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TUNISIA – Quattro ore al lumicino.

Tunisi ( Tunisia ). Domenica 31 Agosto, dal tardo pomeriggio fin dopo il tramonto, tutta la Tunisia è rimasta al buio. Il black-out nazionale è iniziato verso le ore 17 ed è terminato, piano piano, vero le ore 21 nelle ultime zone del nord della Tunisia. Il vero motivo di questa totale mancanza di elettricità è rimasto ancora ignoto. In pratica per circa quattro ore la Tunisia è rimasta alla luce delle candele e dei lumicini. Naturalmente i generatori di emergenza dei grandi magazzini, delle caserme, degli ospedali, delle carceri, hanno funzionato. Il grande centro commerciale Géant di Tunisi ha bloccato tutte le entrate verso le ore 16.30 con conseguente piccolo caos di ignari automobilisti ai varchi d’entrata. La spiegazione da parte della dirigenza della “STEG”, la compagnia statale unica monopolista per la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica, è ancora ignota. Il direttore generale, con encomiabile onestà, intervistato già domenica dai giornalisti, ha ammesso di non sapere cosa stava succedendo ma che comunque i tecnici erano al lavoro. Una dichiarazione leggermente contraddittoria: i tecnici erano al lavoro in località ignote e per realizzare interventi sconosciuti ? Ovvero lavoravano veramente “al buio”? Mistero . La STEG ha il problema della scarsa manutenzione degli impianti. A tutt’ora non ha in servizio neppure un elicottero equipaggiato con una semplice telecamera termica per la verifica degli isolatori. Il motivo: impossibile avere le autorizzazioni dalla miriade di ministeri coinvolti per una semplice attività del genere. Ministero dell’aviazione civile, della difesa, degli interni e quant’altro. In Tunisia non solo non volano i drone ma, retaggio dell’epoca del monopolio della famiglia Trabelsi, nulla o poco più. Non solo la burocrazia è rimasta la stessa di sempre, prolissa ed ostativa di qualsiasi iniziativa, ma con encomiabile “oscurantismo” , nel mese di Gennaio i dipendenti della società elettrica hanno scioperato contro una possibile maggiore liberalizzazione della produzione di energia elettrica. In pratica chi si installa pannelli solari oppure generatori eolici o si usa la corrente elettrica lui stesso oppure la vende, a basso prezzo ed in modica quantità, alla sola STEG che, ovviamente, paga l’energia prodotta ben poco. Non puo’ certo venderla, liberamente, ad altri. In pratica i grandi e “luminosi” progetti per la produzione di energia alternativa, si scontrano contro un ben consolidato sistema di monopolio statale “oscurantista” che, alla fin fine, lascia tutti al buio. Per una piacevole serata senza TV, computer, ed a lume di candela. Serate, o nel prossimo futuro giornate lavorative che, visto l’andazzo e le “luminose” politiche libertarie della STEG, saranno sempre più frequenti. Anche perché la nuova centrale elettrica, programmata da anni, e finanziata dal generoso Giappone, stenta a venire alla luce. Il Presidente Abe ha fatto un prestito-dono di 730 milioni di Euro, una parte dei quali per la nuova centrale elettrica. Ma i Giapponesi , prima di spendere i loro soldini vogliono “vederci chiaro”. Tanto per evitare di fare un prestito “al buio”. Tanto per non restare, alla fin fine, anche loro, con un moccolo di candela in mano. www.giorgiocomerio.com

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