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L’Agnello ed il Montone

Un gran dissertare sull’ISIS, sul califfato e del cosa fare, da parte dei non musulmani. Disquisizioni dotte, storiche rimembranze frutto di attente ricerche, su WikipediA tanto per iniziare. Ricerche su popoli e di confini che ignorano la realtà una cultura basata sugli ampi spazi, sullo sgorgare di un fiotto di sangue. Peccato che i dotti nostrani non si sovvengano di alcune semplici differenze che esistono fra tutti i musulmani e tutti gli “altri.” Da circa 1435 anni, ogni anno, nel giorno dell’Aid, il padre insegna al figlioletto come sgozzare il montone con un bel colpo di lama secco, preciso e profondo. Montone acquistato con grandi sacrifici, docile e dolce e che il piccolo ha portato a spasso, a brucare, legato ad una cordicella. Per qualche settimana. Ogni anno, a Pasqua, i Cristiani festeggiano l’Agnus sacrificale. In certe parti d’Italia lo sgozzano pure quando è “da latte”. Molto piu’ barbari dei musulmani ma.. per lo meno non lo si insegna a fare ai ragazzini. Poi la famigliola sguazza nel sangue e nella merda della povera bestia mentre le madri, rapide ed efficaci, sventrano il montone, tolgono le interiora, e lo preparano per la brace. Il manto farà bella mostra in casa, testa appesa sulla soglia. Il pranzo è una festa per tutti, e un’occasione del ritrovarsi. Per chi ha una ulteriore curiosità una visita ad un qualsiasi macello “musulmano” della sua città lo potrà appagare. La consuetudine non è in uso solo per il giorno dell’Aid ma è d’uso comune in tante altre occasioni. Sgozzare montoni e vitelli o tori porta fortuna in occasione di un matrimonio, di una circoncisione, dell’inaugurazione di un negozietto. Ovviamente vi é sempre il bello, il brutto ed il cattivo. Ovviamente vi sono sempre faide intestine, vendette arrivate da lontano.. Vi sempre il più istruito e quello più stupido.. Ma comunque le mani dei musulmani, dalla tenera età della circoncisione in poi , sono impregnate di sangue. Sangue che anno dopo anno, alla fine ottenebra la mente e gli occhi, gemiti e grida che otturano le orecchie. E cosi' la vita dell’uomo é sempre piu’ vicina all’ultimo secondo prima della recisione della carotide. Ed il paradiso lo è altrettanto. Felicemente defunto ecco che il bravo musulmano-combattante potrà assaporare il piacere di sverginare 72 belle fanciulline vergini dalle tette sode, di età non ben specificata. Vergini che poi, una volta deflorate, vengono subito sostituite da altrettante nuove 72 verginelle pronte al divertimento di una sana, gloriosa e sanguinolenta nuova deflorazione. Per le donne invece niente 72 ragazzini: un solo uomo basta e devono farselo bastare. Ed anche se, tanto per cambiare, in alcune parti del variegato e multiforme mondo musulmano, fin da piccole, gli tagliano la clitoride. Tanto per abituarle al piacere del sangue. Il tutto avviene da 1432 anni. E pure, ovviamente gli Ebrei, con il loro Pesach, hanno iniziato una tradizione “pasquale” analoga già da circa 5774 anni. Insomma la distanza fra i musulmani e “gli altri” in realtà è solo minima. Ma profonda come il taglio con il quale domani ti si potrebbe anche sgozzare. Con un bel colpo di lama secco, preciso e profondo. Giorgio Comerio www.giorgiocomerio.com

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