ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

8000 ² – Ottomila al quadrato

Tunisi (Tunisia) Per distruggere una quarantina di tunnel e forse qualche centinaio di postazioni di missili le armi “intelligenti” di Israele hanno colpito circa 8000 persone, delle quali, fra poco, duemila saranno da considerarsi morte. E per fortuna che le armi sono intelligenti. Fossero state stupide avrebbero azzannato pure i padroni. Nel mondo ci sono solo 19 milioni di ebrei. Circa 8 milioni vivono in Israele, 7 milioni in USA , 2 milioni in Europa e il resto sparso. Ma i musulmani sono circa 1,3 miliardi, ed hanno famiglie molto ma molto numerose. Il risultato: gli ottomila colpiti genereranno un numero spaventoso di nuovi combattenti in cerca di vendetta. E le vendette di matrice religiosa non finiscono mai. In Irlanda cattolici e protestanti vanno avanti ad ammazzarsi da circa ottocento anni, pure or ora, cosa non da poco per una nazione civilmente avanzata. Non dimentichiamo che, per molti musulmani, tutti gli ebrei anche con passaporto francese, belga, italiano, portoghese, USA ( in particolare ) hanno pur sempre in un angolino nascosto del taschino della giacca, od in quello dei pantaloni che non si usa piu’ per l’accendino, un piccolo, piccolissimo, passaportino dello stato di Israele. Insomma, bene o male, comunque la pensino, sono pur sempre o nemici o parenti di nemici o possibili futuri nemici. Insomma mai amici, manco per sbaglio. E quindi, alla fin fine, lo spropositato risultato di 8000 al quadrato, ovvero 64 milioni per gli amanti dei numeri, genereranno un esercito mostruoso di 64 milioni di combattenti. Esercito che è già in marcia dall’Irak verso la Siria ed il Libano. Ed Israele, con il suo esercito moderno, in divisa, facilmente localizzabile, come tutti gli eserciti in divisa, con stemmi e stendardi al vento, andrà a vincere l’ennesima scaramuccia ma a perdere poi tutto alla fine del suo tunnel. Perché la storia insegna ( ma non ancora molto bene a tutti ) che chi combatte senza divisa, mischiandosi fra la folla, senza gradi e senza bandiere al vento, sul suo territorio, vince sempre. La vittoria del camaleonte è cosa certa. Perché nel 1945 il colpo finale al pur sempre ben organizzato esercito germanico fu dato dai partigiani, perché i contadini senza divisa delle risaie vietnamite hanno comunque vinto prima i Francesi e poi gli Americani, e cosi’ sempre ed ovunque. Perché il soldato in divisa, facilmente riconoscibile, è sempre svantaggiato quando deve sparare a qualcuno ben mimetizzato, in civile, che non sai mai bene se è un nemico, un tuo amico, oppure uno qualsiasi che passava per caso da quelle parti. Non puoi sparare a tutte le foglioline dell’albero per andare a beccare un solo camaleonte. Che poi, non essendo stupido, dopo i primi colpi che sente si è già spostato da un’altra parte. Sono i combattenti senza divisa, i camaleonti della guerra, quelli che vincono. E fino a quando combatteranno contro le armate classiche, bene organizzate, in uniforme, in fila per due, vinceranno. Insomma Israele distruggerà forse una ottantina di piccoli lunghi tunnel, che poi le talpette andranno subito a scavare altrove, ma non si accorge di essersi scavata da sola un enorme tunnel nel quale si è messa in cammino verso una destinazione ignota. E mentre cammina nel suo tunnel senza fine, l’Europa, generalmente “pacifista” e codarda, non farà altro che fare affari con i nuovi padroni dei pozzi, con i nuovi comandanti con le mani sulle valvole dei tubi del gas. E poco importa se sono mani sporche di sangue e con le unghie sporche di merda. Fornendo quattrini ed ancora quattrini ai nuovi padroni ai 64 milioni di combattenti, alla fine del nuovo tunnel Israele andrà a trovare semplicemente la sua paranoia, il suo mai assopito terrore, la sua paura di sempre, un altro olocausto. E questa volta ci trascinerà mezzo mondo. Perché la sua è pur sempre una vecchia guerra di forza, di intelligenza, di relativa astuzia e non, semplicemente, di destrezza. Ed il camaleonte si cattura solo con la destrezza. Perché il camaleonte e tutt’uno con la sua foglia sulla quale vive da anni con la sua pianta dove è nato, e dove lui ora è sdraiato. Perché è tutt’uno con l’ambiente che lo circonda, perché lui ti vede e tu maco te ne accorgi che ti osserva, e perché poi, quando sei vicino vicino, sei arrivato a tiro. Ed allora non hai più scampo. E’ il camaleonte che vince. Da sempre e per sempre, anche alla fine del tunnel. Giorgio Comerio www.giorgiocomerio.com

Facebook