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In Lombardia lavoro irregolare oltre il 60%

Milano – Il lavoro continua a essere un vero e proprio miraggio per molte persone, ma nonostante questo le situazioni irregolari stentato a essere eliminate del tutto. A mettere in evidenza questa situazione è stata la riunione della Commissione regionale di coordinamento dell’attività di vigilanza che si è tenuta nei giorni scorsi presso la Direzione Regionale del Lavoro della Lombardia dove sono stati esaminati i dati relativi all’attività di vigilanza effettuata da tutte le istituzioni pubbliche (Ministero del lavoro, Inps, Inail, Enpals, Inpgi, Enasarco, Guardia di Finanza, Carabinieri) nel 2013, e presentare il piano regionale di programmazione per l’attività di vigilanza dell’anno 2014.
Sulla base dei dati presentati (riferiti alle sole ispezioni delle direzioni territoriali del lavoro), nel 2013 sono state ispezionate in Lombardia 13.741 imprese di cui 8.171 sono risultate in posizione irregolare, con un tasso di irregolarità del 60,65%. Rispetto al 2012, nonostante la riduzione del numero degli ispettori (da 397 a 353, pari all’11,08%), si è registrato un leggero incremento delle ispezioni e delle aziende irregolari.
Le posizioni lavorative irregolari rilevate sono state 13.364 a fronte delle 21.404 del 2012. Sono stati rilevati 3.897 “lavoratori in nero”, quindi sprovvisti di qualsiasi copertura previdenziale e assicurativa, pari al 29,2% delle posizioni lavorative irregolari. Nel 2012 i lavoratori in posizione irregolare erano stati 21.404 e quelli in nero erano risultati il 31% del totale.
Fulvia Colombini della CGIL Lombardia ha messo quindi in evidenza come sia fondamentale continuare a vigilare su una situazione che vede spesso sotto ricatto molte persone che hanno la necessità di lavorare: “Si evidenzia il permanere di una consistente quota di lavoro irregolare nella nostra regione. La riduzione del numero complessivo di lavoratori irregolari e in nero non deve trarre in inganno, ma è solo l’altra faccia della medaglia di una profonda crisi occupazionale. Nel 2013 si è registrato in Lombardia un calo dell’occupazione del 10%. Noi pensiamo che il paese ha un futuro se si investe sull’economia legale e sul lavoro che rispetta le retribuzioni contrattuali, i diritti e la sicurezza. Per queste ragioni la CGIL Lombardia ritiene fondamentale intensificare l’azione di contrasto al lavoro nero e alle pratiche di illegalità. Per la CGIL Lombardia rilanciare l’impegno di tutti per l’affermazione della legalità del lavoro, è fondamentale per uscire dalla crisi economica e sociale, e rappresenta un atto di responsabilità verso il futuro del Paese e delle giovani generazioni”.  

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