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TUNISIA : Indicatori industriali in negativo.

Tunisia ( Tunisia ) I primi dati relativi alle intenzioni di investimento sono negativi. Un effetto della profonda crisi Italiana , Francese e Spagnola. Non solo. L’atmosfera sociale Tunisina non é più quella della “Svizzera d’Africa”. Scioperi spontanei, regolamentazioni del lavoro variabili, una crescente economia “anarchica” e molte attività ormai legate al contrabbando, danno un’immagine complessiva di una situazione generale sempre più ammalorata. Ed il primo riflesso è la diminuzione di quasi il 56% delle dichiarazioni relative alle intenzioni di investimento per la creazione di società totalmente esportatrici; dichiarazioni d’intenzione depositate nei primi quattro mesi del 2014 presso l’API, l’Agenzia per la Promozione Industriale . Ricordiamo che ora i profitti delle società totalmente esportatrici saranno soggetti ad una imposta del 10%, come a Malta ed ora più alta che a New York dove, per i primi dieci anni di attività, non si paga nulla. E non si hanno dati relativi sia alla chiusura delle società offshore esistenti sia alla loro delocalizzazione in altri paesi esteri. I dati forniti dall API sono solo quelli relativi alle intenzioni di investimento e non danno una idea di quante intenzioni si sono tramutate poi, effettivamente, in nuove attività industriali veramente operative. Anche le dichiarazioni relative alle intenzioni di creare nuove imprese industriali orientate verso le produzioni destinate al mercato locale tunisino, sono crollate del 25% circa. Ricordiamoci che anche le intenzioni di aprire semplici società di servizi off-shore sono diminuite dell’oltre l’80%. Spesso le società di servizi non sono altro che un modo, per i pensionati europei, di rimanere operativi con una qualche attività, mantenendo intatta la loro pensione e potendo fruire, in Tunisia, del permesso di soggiorno e di alcune semplici e banali agevolazioni, come l’utilizzo della propria automobile e la fruizione del proprio mobilio traslocato in Tunisia. Ma anche l’intenzione di avviare queste semplici e modeste attività è regredita. Altre Nazioni, Marocco in testa, Grecia a seguire, sembrano essere sempre di più vicine alle esigenze degli europei che, comunque sempre più poveri, ora prestano molta più attenzione che nel passato alle condizioni di confort di vita e di stabilità sociale. Giorgio Comerio www.giorgiocomerio.com

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