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Processo Ruby – Il pg di Milano: “La Boccassini non poteva indagare”

Milano – Tra poche settimane inizierà il processo di appello per il caso Ruby dove Silvio Berlusconi cercherà di ribaltare la condanna a sette anni di reclusione subita in primo grado per concussione e prostituzione minorile, ma proprio oggi emerge una novità che potrebbe dare ragione al leader di Forza Italia che ha sempre sostenuto la parzialità dei giovani nei suoi confronti. Il pg di Milano, Manlio Minale, infatti, ha sottolineato che “Ilda Boccassini non aveva la titolarità dell'inchiesta per interrogare Piero Ostuni (all'epoca capo di gabinetto della questura di Milano) e Giorgia Iafrate (la funzionaria di polizia che affidò Ruby a Nicole Minetti). 
Le parole di Minale sono relative allo scorso 14 aprile, quando parlò in audizione al Csm, davanti alla prima e alla settima commissione che avevano avviato un'indagine a seguito dell'esposto presentato dall'aggiunto Alfredo Robledo su presunte irregolarità commesse dalla procura di Milano.
La Boccassini quindi poiché non c'era “stata un'assegnazione diretta fino al provvedimento di iscrizione, dobbiamo ritenerla non assegnataria di quel procedimento, sempre che non si ritenga che il procuratore – annotando 'procedimento assegnato a Boccassini, Forno e Sangermano', nel dicembre 2010, al momento dell'iscrizione del reato di concussione – non abbia voluto coprire, sanare la precedente situazione”
Frasi come queste appaiono quindi pesanti e andranno verificate, ma a questo punto un esito diverso nel processo di appello non può più essere escluso.

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