ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

Libia: BERBERI e le nuove indipendenze.

Tripoli (Libia). Mai tenuti in considerazione dal regime di Gaddafi, ora l’etnia dei Berberi Libici si stà riorganizzando a livello territoriale e riproponendo la sua diversità ed indipendenza dalle strutture centrali di Tripoli. I berberi rappresentano circa il 10% della popolazione libica e la loro città principale è Zuara, città portuale fra il confine con la Tunisia e la capitale Tripoli. Zuara si trova sia a pochi chilometri dall’importante terminale petrolifero di Mellitah, sia dalla città Tunisina di Ben Gardienne, sia dall’isola turistica di Jerba. La comunità si estende anche nell’interno della Libia, in particolare nel gruppo montagnoso delle Nefusa. La comunità Berbera è organizzata territorialmente in Libia e coordinata dal “Supreme Amazigh Council” attualmente guidato da Tarek Metri. A livello internazionale è coordinata dal “World Amazigh Congress” presieduto da Fathi Ben Khalifa. In linea di massima la strategia dell’etenia è quella di realizzare una serie di infrastrutture “indipendenti” da Tripoli al fine di assistere nei loro bisogni tutti i villaggi berberi sparsi nel vasto territorio libico . Si tratta di scuole, di ospedali, di mezzi di comunicazione, di aeroporti, di organizzazioni per l’assistenza allo sviluppo agricolo e di strutture per la promozione degli investimenti industriali. Insomma una vera azione politica destinata a rivitalizzare una cultura ed una etnia “scomparsa” da anni. Il nome “ Berberi” o, nella loro stessa lingua, Amazigh (plurale Imazighen ), significava, in origine “uomini liberi”. Tutti sono gli abitanti autoctoni del Nordafrica. Per una serie di motivi storici ed ideologici oggi tale nome è solitamente riservato solo a quanti, in Nordafrica, parlano ancora la lingua berbera (tamazight.) Il nome stesso “berbero” deriva dal francese berbère, che a sua volta riproduce la parola araba “barbar”, che probabilmente non fa che continuare la parola greco-romana barbaro (che designava a sua volta chi non parlava il latino oppure il greco). Sallustio, nel suo Bellum Iugurthinum definisce la lingua dei Libi “barbara lingua” appunto perché non-latina e non-greca. Per molto tempo (in pratica fino agli inizi del XIX secolo quando iniziò la colonizzazione europea) il Nord Africa è stato denominato dagli europei “Barberia,” ossia il “Paese dei Berberi”, cosicché gli stati del Nord Africa sono stati chiamati Stati barbareschi, e lingua franca barbaresca la lingua di scambio in uso in quelle regioni. Nel mondo arabo-islamico, invece era in uso soprattutto l'espressione Maghreb (ossia “Occidente”). Recentemente i berberi hanno creato, a partire dal loro nome, amazigh, l'espressione Tamazgha che si riferisce al complesso di tutti i paesi dove è (o è stata) parlata la lingua tamazight. I paesi che vengono considerati far parte di Tamazgha sono: Marocco, Algeria, Libia, Tunisia, Egitto, Sahara Occidentale, Mauritania, Mali, Niger, Burkina Faso, nonché le Isole Canare in cui la lingua non pero’ più parlata. La lingua berbera o tamazight appartiene alla famiglia linguistica afroasiatica o camito-semitica. La sua estensione copre tutta l'Africa del Nord, dall'Oceano Atlantico fino all'Egitto occidentale; un tempo sembra che una varietà di berbero fosse parlata anche nelle Isole Canarie. La lingua tamazight è stata duramente repressa negli anni passati dai paesi del Nord Africa che si proclamano “arabi” e procedono a sistematiche campagne di arabizzazione e ancora oggi, in molti paesi, non esistono canali di diffusione scritta od orale prettamente berberi o reti televisive berbere. Una rete televisiva satellitare in berbero è stata invece realizzata in Francia (“Berber TV”). Ultimamente sono nati due canali televisivi in lingua berbera rispettivamente in Marocco (Canale Tamazight) ed in Algeria (Tamazight TV). I Berberi (gli Amazighi o Imazighen) possiedono una loro scrittura, già conosciuta da numerose iscrizioni nell'antichità, risalenti anche al I millennio a.C. (la cosiddetta scrittura libica, di cui si conoscono due varianti, una orientale e una occidentale). Al giorno d'oggi questa scrittura è conservata tradizionalmente solo dai Tuareg, che la chiamano scrittura tifinagh. Questa scrittura è stata di recente modificata per poter trascrivere anche altri suoni, tipici dei parlari berberi del Nord (“neo-tifinagh”). In Marocco è stata adottata dall'Istituto Reale di Cultura Amazigh per la trascrizione ufficiale del berbero in arabo. La scrittura adottata nelle scuole della Cabilia (Algeria) a partire dal 1995 è quella a caratteri latini, standardizzata secondo le indicazioni di una serie di convegni e conferenze sulla pianificazione linguistica del berbero. In tutte le aree ove i Berberi sono presenti si assiste al nascere di precise richieste di autonomia, di indipendenza, di maggiore libertà di espressione, di culto, di economia e di commercio. La scorsa settimana, in occasione delle elezioni in Algeria, proprio in Cabilia sono avvenuti violenti scontri con la Polizia impegnata a disperdere una manifestazione degli Amazighi. Giorgio Comerio – www.giorgiocomerio.com

Facebook