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Ultimatum Maroni: “O si salva Malpensa o non entriamo in Sea”

Milano – Le divergenze a livello politico tra il presidente della Lombardia Roberto Maroni e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia sono ben note, ma ora la situazione sembra essere davvero di difficile soluzione visto che il leghista è arrivato a lanciare un ultimatum al “rivale” politico. Maroni, infatti, già da tempo ribadisce la necessità di salvaguardare Malpensa, uno degli scali più importanti per tutto il nostro Paese, ma dato che la trattativa ra Alitalia ed Etihad non sembra volgere al meglio per il Governatore sembra essere venuto il momento di ribadire in maniera chiara la sua posizione. La compagnia di Abu Dhabi, infatti, è pronta a mettere sul piatto 500 milioni di euro a fronte di un piano che prevede un forte rilancio di Linate (con il superamento del decreto Bersani e la liberalizzazione dei voli), il rafforzamento di Fiumicino e il potenziamento di Malpensa (sopratutto nel settore cargo), ma per il presidente lombardo una valorizzazione dello scal Forlanini finirebbe inevitabilmente per valorizzare quello situato in provincia di Varese. 
Anche ieri quindi Maroni in occasione della sua presenza all'assemblea generale di Confagricoltura Varese ha voluto ribadire quale potrebbe essere lo scenario che può delinearsi: “desso attendiamo di sapere che decisione prenderà il governo: mi auguro che sia una decisione che non penalizzi il sistema aeroportuale lombardo ma temo che sarà così, temo che per favorire Etihad per prendersi Alitalia sarà sacrificata Malpensa e questo a noi non va bene. Questo lo sa il ministro delle Infrastrutture e lo sa anche il governo. Etihad, pur avendo chiesto di liberalizzare i voli su Linate, si è impegnata sostenere Malpensa sia con il traffico merci che con l’apertura di nuove rotte passeggeri; le destinazioni potrebbero passare da undici a venticinque. Il ministro Lupi ha chiesto che questi impegni vengano messi in chiaro al più presto”. 
Queste garanzie, però, a Maroni sembrano davvero non bastare: “Se questo dovesse succedere reagiremo, perché non possiamo accettare che un investimento così importante finisca nel nulla e che un hub strategico come Malpensa sia penalizzato per favorire qualcun altro. Come reagiremo? In tanti modi. Ci sarà un’alleanza dei territori, perché non possiamo accettare che ancora una volta Roma penalizzi i nostri territori”. 
Inevitabilmente a pagare le conseguenze di questa situazione potrebbe essere Sea, la società che gestisce gli scali milanesi, la cui maggioranza azionaria (il 54,8%) è in mano a Palazzo Marino. Da tempo, infatti, Regione Lombardia non ha nascosto la volontà di entrare con una quota di partecipazione nella gestione dell’azienda guidata da Pietro Modiano, operazione che potrebbe essere facilitata dal Comune che sarebbe disposto a cedere il 4%, ma  Maroni ha sempre sostenuto la necessità di ottenere una quota più rilevante. Ecco quindi in modo ancora più chiaro il pensiero di Maroni illustrato sul suo profilo Twitter: “Entriamo in Sea per contare qualcosa e per decidere, non per un’operazione simbolica. Se, come temo, venisse danneggiata Malpensa, la Regione Lombardia non avrebbe nessun interesse ad entrare in Sea”. Non resta che attendere quindi se Pisapia sia pronto a rispondere.

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