Biologna – E' considerato il quadro più amato nel mondo dopo la Gioconda di Leonardo Da Vinci, ed ora 'La ragazza con l'orecchino di perla' del pittore olandese Jan Vermeer si trova esposto a Palazzo Fava, a Bologna, dove resterà fino al 25 maggio 2014.
Il dipinto è arrivato dopo un tour in Giappone e negli Stati Uniti, e quella bolognese sarà l'unica tappa europea dell'opera realizzata fra il 1665 ed il 1666, normalmente conservata al Museo Mauritshuis dell'Aia.
E se il successo di questa eccezionale esposizione era più che prevedibile, sorprendono però i numeri realizzati nei primi 2 giorni di apertura.
La bella protagonista del quadro e gli altri 36 testimoni della Golden Age olandese sono stati infatti ammirati da 4.315 persone sabato, con orario prolungato sino all'una della notte, e da 3.405 domenica, con orario normale, per un totale di 8000 visitatori in sole 2 giornate.
Un dato che consente di innalzare oltre i 200mila il limite massimo di visitatori possibili da qui al 25 maggio, data di chiusura della mostra.
Il dipinto raffigura una fanciulla volta di tre quarti. Colpisce in particolar modo l'espressione estetica, assolutamente languida ed ammaliante (secondo alcuni carica anche di un innocente erotismo), dello sguardo della giovane modella: sembra sia stato lo stesso Vermeer a chiedere alla ragazza, posta di fronte alla grande finestra illuminata dalla luce naturale del suo atelier, di voltare il capo più volte lentamente, tenendo socchiuse le labbra per produrre questo effetto.
La suggestiva leggenda che circonda questo quadro, e che colora con una punta di sentimentalismo la biografia di un grande pittore del quale si sa tuttora ben poco, e che poco ha lasciato: una trentina di dipinti in tutto e tutti di piccole dimensioni, è stata rievocata per la letteratura nel 1986 dal libro 'La ragazza col turbante' della scrittrice Marta Morazzoni e poi anche nel 2003 per il cinema da un film dal titolo 'La ragazza con l'orecchino di perla', interpretato dall'attrice Scarlett Johansson, ed ispirato al romanzo omonimo del 1999 della scrittrice Tracy Chevalier.