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La nuova Costituzione, Giomâa e la stella cometa.

Tunisi ( Tunisia)- Il 27 Gennaio 2014, in pratica dopo tre anni dalla rivoluzione, la Tunisia ha la nuova costituzione. La redazione è durata oltre due anni; è stata combattuta, articolo per articolo dai membri della commissione dei costituenti, e poi discussa – anche con toni molto accesi – nelle piazze, in radio, in televisione. La stampa, finalmente libera, ha partecipato in modo importante al coinvolgimento di tutta l’opinione pubblica nel dibattito, con articoli, commenti, illustrazione anche dei particolari lessicali di ogni articolo, interviste ai protagonisti e quant’ altro utile. Sempre il 27 Gennaio il primo governo di transizione ha dovuto cedere le sue poltrone ad un nuovo governo che si spera essere più preparato, più tecnico; un nuovo governo voluto dai sindacati e dalla stessa associazione industriali. Due poteri ormai liberi e forti in grado di condizionare la vita della nazione. Il Nuovo Governo Giomâa è un governo tecnico “provvisorio”, che avrà a sua volta circa un anno di vita. Infatti, nel giro di un anno, sono previste le nuove elezioni, elezioni che verranno effettuate con la nuova legge elettorale e che dovrebbero far nascere il primo governo Tunisino definitivo e non di “transizione politica” ,e non di “transizione tecnica”. Il governo Tunisino attuale è assai simile al governo Monti, anche se nasce, dopotutto, da un clima più disteso e da uno stato di emergenza certamente meno grave di quello Italiano. La nuova Costituzione è la prima veramente moderna di un paese arabo, è una costituzione che garantisce dei principi di libertà e di tolleranza mai attuati, e tutt’ora non esistenti, in tutte le nazioni arabe. Una delle libertà più emozionalmente significativa è quella di coscienza oltre che di culto, cosa non da poco in una nazione araba. Costituzione con sancite libertà personali e di espressione ignote e sempre ignorate dai ricchi emirati in particolare e che, sotto sotto, magari, la temono pure un pochino. Naturalmente, dopo l’esperienza Egiziana di una nuova costituzione, di un nuovo governo – quello dell’Ing. Morsi – entrambe vissute poche settimane, i prossimi mesi saranno veramente decisivi per comprendere quale sarà la direzione del percorso della nuova Tunisia. Nel frattempo arrivano fondi per lo sviluppo della “Finanza Islamica” che, stando alle statistiche, ha un incremento – nel mondo arabo – che sfiora il 20% all’anno. Finanza islamica che, in realtà, è un modo di dire molto “emozionale”, che magari colpisce la fantasia, ma poi nulla più. La finanza Islamica che non è altro che uno dei tanti strumenti finanziari con i quali i capitali sono impiegati nei circuiti del credito. Nel caso della Tunisia si prevedono nuove banche “islamiche” e nuovi fondi “islamici” a favore delle piccole e medie imprese. Quasi sempre sono nuovi capitali degli emirati che vengono immessi nei circuiti del credito a favore delle micro e piccole imprese, sotto forma di prestito-partecipazione, al fine di creare posti di lavoro e nuove opportunità di guadagno, e magari anche nuove scuole islamiche, qualche premio coranico e qualche moschea in più. Tutto comunque molto prevedibile. Anche con la “finanza islamica” il quattrino si paga, ed anche se il prestito ha un’ altro nome, si deve pur rendere in base agli accordi sottoscritti. Insomma la “finanza islamica” non regala dollari a nessuno, a prescindere dalla fede e dalla frequentazione delle moschee e dalla lunghezza della barba. Ma é comunque uno strumento positivo che aiuta a sviluppare il circuito finanziario Tunisino creando concorrenza e nuova offerta di capitali da impiegare. Non per nulla uno dei maggiori centri europei di finanza islamica è a Londra. La City ha da tempo ammesso la “finanza islamica” nel suo circuito operativo senza drammi religiosi e senza stress finanziari. In ogni caso ieri la Borsa Tunisina è “volata” al rialzo dopo settimane di depressione, e la Comunità Europea già oggi valuta un nuovo prestito di 250 milioni di Euro. La Banca Mondiale, per non essere da meno, sta valutando anch’essa un prestito da 500 milioni di dollari. Insomma al nuovo governo Tunisino non solo arrivano i “finanziamenti islamici” ma anche Oro Argento e Mirra. Speriamo che i re Magi abbiano capito bene da parte sta andando la stella cometa. Giorgio Comerio www.giorgiocomerio.com

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