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4500 djihadisti tunisini – training in Libia

Tunisi ( Tunisia) Il capo del dipartimento della sicurezza generale Tunisina, dipartimento che è parte del Centro Tunisino degli Studi sulla Sicurezza Globale, Mr. Rafik Chelly in una conferenza stampa ha comunicato l’allarmante situazione della presenza di integralisti tunisini sia sul territorio tunisino sia nei campi di addestramento della vicina Libia. Secondo Mr. Rafik in Tunisia esistono importanti quantità di armi e di esplosivi nascoste e certamente disponibili nel futuro. Le armi sono giunte in Tunisia dalla vicina Libia e gli organi di sicurezza Tunisina valutano di aver scoperto circa il 15%-20% degli arsenali nascosti. Restano quindi occultate e disponibili importanti quantità di armamenti e di esplosivi a disposizione sia dell’integralismo islamico sia della delinquenza comune. Secondo il Centro Studi Tunisino attualmente si trovano in Libia ben 4500 dijhadisti di Ansar Al-Chariaa che si addestrano all’uso di armi ed esplosivi. Queste ingenti forze potranno essere utilizzate, magari in concomitanza con la prossima tornata elettorale, per azioni di sabotaggio ed intimidazione, con possibili attacchi ai grandi centri commerciali, ai posti di Polizia, alle caserme dell’esercito, ad esponenti politici, ad installazioni primarie. Il pensiero di molti analisti è che questa importante forza para-militare ed organizzativa sia finanziata da alcune monarchie del Golfo al fine di dimostrare che una democrazia moderna e compiuta non possa realizzarsi in un paese Arabo. Solo destabilizzando la giovane democrazia Tunisina alcune Monarchie del Golfo potranno evitare che la “primavera araba” possa raggiungere le loro latitudini. Decretandone la fine. Infatti, per ora, nonostante un forte desiderio popolare, la democrazia libera e compiuta non si è potuta ancora realizzare in Libia ed in Egitto ma è solo in sviluppo ed in consolidamento in Tunisia. Oltre a cio’ ben 267 moschee Tunisine sembrano essere sotto la gestione degli integralisti nelle quali la predicazione è, spesso, anche incitazione alla “guerra santa”. Secondo quanto dichiarato da Rafik Chelly, gli integralisti sono spesso presenti in associazioni caritative, in scuole religiose, fra le quali la scuola di scienze teologiche di Rades. Molti di loro hanno beneficiato delle varie amnistie concesse dal Governo post-rivoluzione e sono stati messi in libertà sia senza programmi di re-inserimento sia senza attività di controllo da parte degli organi di sorveglianza. La libertà di azione degli attivisti dijhadisti ha potuto beneficiare dalla dissoluzione dei servizi di intelligence del passato regime e dal “licenziamento” di molti quadri e di molti tecnici con provata esperienza nella lotta al terrorismo. Inoltre le varie organizzazioni terroristiche – secondo il centro Tunisino degli studi sulla sicurezza globale – ha messo in luce come siano nate delle connessioni assai strette ed operative fra le cellule terroristiche ed i contrabbandieri ormai ben radicati sul territorio Tunisino. I contrabbandieri infatti possono assicurare facilmente la logistica dei trasporti delle armi su tutto il territorio tunisino. Solo dopo l’assassinio dei deputati Chokri Belaid e Mohamed Brahmi l’opinione pubblica ha spinto le autorità ad affrontare il problema del terrorismo. Dopo tali assassini l’organizzazione estremista Ansar Al-Chariaa è stata posta fuori Legge e le autorità investigative hanno iniziato a compiere vaste retate negli ambienti estremisti. Al riguardo alcune personalità reputano che sia ormai urgente riattivare la funzionalità dei servizi di informazione regolandone l’attività con apposite Leggi che ne garantiscano l’indipendenza dalle diatribe politiche. Ricordiamo che già il 10 Gennaio 2014 gli Stati Uniti hanno classificato Ansar Al-Chariaa Tunisina e l’omologa organizzazione Libica come organizzazioni terroristiche. Quella Tunisina come responsabile dall’attacco all’ambasciata USA di Tunisi e quella Libica come responsabile dell’attacco al consolato di Bengasi. Il Dipartimento di Stato USA chiarisce che Ansar Al-Chariaa Tunisina viene reputata legata al Al-Qaida nel Maghreb Islamico e rappresenta la maggiore minaccia agli interessi USA in Tunisia. In base ai trattati di cooperazione internazionale, non ultimo quello fra FBI ed il ministero della giustizia Libico e quello della giustizia Tunisino, gli USA non solo possono “assistere” i colleghi arabi ma, in un certo senso, avranno una certa libertà di azione. Non dimentichiamoci dell’ultimo “intervento” dell’intelligence USA in Libia. Ansar Al-Chariaa tunisina è stata fondata nel 2011 da Abou Yadh , un veterano della guerra in Afganistan che ha beneficiato dell’amnistia generale decretata dal nuovo Governo nonostante una sua condanna a ben 43 anni di carcere. Giorgio Comerio www.giorgiocomerio.com

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