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Cremona – Bambina nasce Down, genitori chiedono risarcimento all'ospedale

Crema (Cremona) – L'arrivo di un figlio dovrebbe essere il momento più felice per una coppia che ha la possibilità in questo modo di coronare il proprio amore, ma quanto accaduto recentemente a due genitori cremonesi sembra smentire questa idea e così se il bambino non è “perfetto” ci si sente autorizzati addirittura a chiedere un risarcimento come se si trattasse di un normale acquisto con la formula “soddisfatti o rimborsati”. Una coppia, infatti, il cui figlio è nato down ha chiesto ben sette milioni di euro come risarcimento all'ospedale di Crema in riferimento a un fatto accaduto tre anni fa. Quanto espresso dall'avvocato Enrico Cornello che difende la mamma del bambino, una donna di trentanove anni, però, può apparire davvero raggelante: “Alle donne lombarde si offre un servizio che fa affrontare loro la gestazione alla cieca per accettare un bambino malformato come dono della Provvidenza. Questo è inaccettabile e perciò abbiamo fatto causa a un medico dell’ospedale di Crema reo, secondo il nostro punto di vista, di non aver informato che il figlio che la puerpera attendeva era affetto da sindrome di Down”. 
L'accusa che vene rivolta all'ospedale si riferisce proprio al momento in cui la donna ha scoperto di aspettare un figlio e a quel punto dopo essersi sottoposta ad esami presso l'ospedale di Crema dove era in cura viene trasferita a Treviglio per ulteriori accertamenti, per cause non precisate. Qui il medico, viste le sue analisi, fa suonare un campanello d’allarme, avverte che non potrà fare altri accertamenti e rinvia la puerpera alla dottoressa di Crema, chiedendo approfondimenti, che però non vengono prescritti. La verità viene però alla luce alla ventunesima settimana di gravidanza dove un altro esame evidenzia che la nascitura, una femmina, ha tutti i sintomi tipici della sindrome di Down, ma anche in questa occasione non viene prescritta alcuna ecografia. 
I dati sembrano allarmanti anche alla ventiseiesima settimana, dopo una visita a Monza, ma nemmeno in questa occasione si sceglie di capire meglio la situazione e solo due settimane prima del parto i medici avvertono la donna che avrebbe avuto una figlia con la sindrome di Down, cosa che verrà poi confermata anche nei fatti. Questo porta così i coniugi alla decisione di fare la causa ed è proprio lo studio legale a fare capire alcuni fatti favorevoli alla bimba nata malformata, come la violazione della Costituzione, l’impossibilità della neonata a percepire un reddito, la mancata autonomia, l’impossibilità di un apprendimento culturale nella norma, le difficoltà di relazione interpersonale. La richiesta di risarcimento iniziale è di 5,5 milioni di euro, ma dopo un'analisi più attenta l'avvocato sceglie di chiedere i danni anche per i familiari visto che la mamma è finita al centro di igiene mentale a causa dello choc subito. Vuole 300mila euro per i danni morali per l’invalidità della parente e 45mila euro annui fino alla maggiore età per l’assistenza (totale 810mila euro). Inoltre chiede 20mila euro per ogni fratello della bambina e anche per i nonni. Come finirà?

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