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Le donne e la Costituzione Tunisina

Tunisi (Tunisia) – Il progetto della nuova costituzione, all’articolo 20 , recita: « Les citoyens et les citoyennes sont égaux en droits et devoirs. Ils sont égaux devant la loi sans discrimination aucune.» Ovvero: “I cittadini e le cittadine sono uguali nei diritti e doveri. Essi sono uguali davanti alla Legge senza discriminazione alcuna.” L'ex presidente dell'Associazione tunisina delle donne democratiche (TANF) Ahlem Belhaj vede in questa stesura dell’articolo 20 “una vittoria , perché l'uguaglianza è un principio consolidato”.
In realtà si è evitato quanto proposto dal partito islamista di Ennahda. Il testo precedente era stato approvato in commissione durante l'estate del 2012. E’ stato poi rimosso rapidamente in quanto prevedeva la “complementarietà” dei ruoli di uomini e donne all'interno della famiglia. Nel senso che le donne, in realtà elementi “complementari” erano, comunque, di secondo piano e senza parità di diritti. Resta ancora aperto l’importante capitolo del diritto ereditario. In Tunisia l’uomo ha diritto ad un’eredità maggiore, fino al doppio, di quella della donna. Ma non solo. Altre Leggi e regolamenti andranno rivisti al fine di realizzare una vera uguaglianza fra uomo e donna in tutta la società Tunisina. Visto con la prospettiva occidentale moderna questo testo è già molto attuale ed è certamente uno dei più moderni di tutto il mondo arabo. Cio’ è stato possibile in quanto, per molti anni, in Tunisia le donne hanno potuto veramente godere di una posizione di privilegio rispetto alle donne di tutto il mondo arabo. Attualmente il Presidente dell’associazione industriali è una donna, così come una donna è il presidente dell’associazione degli avvocati. Le donne sono attive in ambito giudiziario, amministrativo, una struttura veramente portante e dinamica del pensiero moderno tunisino. Le donne sono stabilmente arruolate nell’esercito, in aviazione – da oltre cinquant’anni- ed in Marina. Troviamo facilmente donne funzionari di Dogana, di Polizia, nella Guardia Nazionale. Dalle facoltà universitarie da anni escono donne laureate in medicina, architettura, ingegneria ed in tutte le discipline tecniche più “maschili”. E molte di loro proseguono gli studi e compiono i primi anni di stage lavorativo in Francia. Insomma la presenza femminile, per fortuna, è stata ben radicata in tutta la società Tunisina da molti anni. Merito del Presidente Bourguiba prima e di Ben Ali’ poi. Ed infatti molti paesi arabi richiedono proprio medici ed infermiere Tunisine, donne laureate in Tunisia e, spesso, in Francia, per l’assistenza medica alle donne Saudite, alle donne malate degli Emirati, alle partorienti in Kuwait. Donne Tunisine necessarie per operare le altre donne negli ospedali dei ricchi paesi arabi ove non esistono donne in moltissime professioni. Non possono esistere appunto perché l’accesso all’istruzione superiore non è considerato necessario. In tutto questo processo storico reputo che il ruolo della cultura Francese sia stato determinante. Molti Tunisini hanno studiato, studiano tutt’ora, vivono e lavorano in Francia e dalla Francia arrivano idee, commenti, critiche, suggerimenti. Non dimentichiamo che la terza città della Tunisia si chiama Parigi. A Parigi sono residenti più di 200.000 Tunisini ben internettati con tutti gli altri in Tunisia.. Non solo. In Tunisia, da tempo, e speriamo ancora nel futuro, la lingua commerciale e finanziaria ancora ammessa, la seconda lingua in uso , la lingua che ai tempi dell’illuminismo di Bourguiba era d’obbligo negli studi superiori, è ancora il Francese. Non dimentichiamo che la stessa struttura del sistema Statale, della burocrazia e delle Forze Armate è costruita sulla base della struttura Francese. Ma ora, in realtà, la situazione della donna si è notevolmente modificata. Negli ultimi tre anni, gli anni della primavera araba, della rivoluzione dei gelsomini, forse qualche fiorellino è appassito. La libertà modernista dei costumi e degli abbigliamenti che prima della rivoluzione era anche imposta dalle autorità si stà sgretolando. Sempre più donne sono velate, più o meno completamente. In spiaggia sempre più donne fanno il bagno con tute e tutine colorate e variegate. Un ritorno a certe spiagge dell’ottocento con signore in gonna lunga e tanto di ombrellino al bagno nelle acque della Versilia. Una specie di “ritorno al passato” che la nostra generazione ha visto solo sulle cartoline ingiallite dei vecchi album di famiglia. Ma ora si vedono giovani ragazze, spesso giovanissime, magari in abiti misti molto casual: jeans attillati e foulard fin sulle spalle, un look arabo-moderno colorato e, spesso, con un suo stile tutto “tunisino” nei scelta dei colori . Molte ragazze, a mio giudizio, hanno assunto il nuovo look per semplice “ribellione” all’imposizione modernista-occidentale del passato regime. Ovviamente con qualche problemino magari in sede d’esame universitario. Chi ci sarà mai sotto la veletta ? Quesito non da poco. In effetti, sotto la veletta, in alcuni casi i taxisti si sono trovati dai baldi giovanotti con pistola in pugno. Ma non solo. Sotto la gonnona lunga e nera, la veletta nera , vi sono fanciulle che la mano, ovviamente guantata di nero, la usano con destrezza sugli scaffali dei supermercati. Ma questo è il solito lato per male che esiste in tutto il mondo, ovunque, sia dove le donne girano con gonnone e velette nere sia dove girano in canottiera sexy e short ombelicali. Ma in Tunisia è stata una novità fra gli scaffali.. Molte ragazze sembra siano costrette a questa “moda” perché si sentono intimamente più sicure e meno aggredibili dagli uomini quando camminano – quasi sempre in gruppo – al riparo da sguardi e commenti salaci, oppure quando viaggiano sugli affollati e spesso vecchi e sporchi mezzi pubblici. Le donne con capelli sciolti, braccia scoperte e, peggio ancora, short, sono , evidentemente, di facili costumi ed il loro abbigliamento puo’ giustificare commenti salaci, magari violenza oppure stalking. E’ il pregiudizio tipico maschile comunque comune in molte Nazioni, non solo arabe.. In Tunisia non esistono ancora delle leggi di protezione dalle violenze domestiche e dalle attività di stalking, leggi d’altra parte approvate in Italia solo nell’ottobre 2013 con il D.L. 93. Mentre la straniera, la turista, è normale che sia ammessa un pochettino discinta, anche perché è normale che sia considerata comunque di costumi facili ed allegrotti. D’altra parte, in alcune aree della Tunisia vi è stato per anni, e tutt’ora esiste, un consolidato turismo sessuale femminile fonte di introito e di benessere finanziario, e di benessere sessuale sia per giovani ed aitanti Tunisini sia per signore di mezza età dai non assopiti desideri. Senza tralasciare i signori – di tutte le età – dai desideri diversamente variabili. Ma questo modo di vedere la donna straniera, possibilmente bionda con gli occhi azzurri, è comune a tutta la sponda del mediterraneo e non di certo dei soli Tunisini. La RAI ci trasmette le avventure investigative e sessuali del Commissario Montalbano. La sua amante, dai facili costumi e dalle disinvolte multiple abitudini sessuali è, ovviamente, straniera e, sempre ovviamente, fisicamente molto nordica. Ma per le tunisine di oggi il discorso è ben diverso. Credo che il percorso sia ancora molto difficile e molto lungo. Nel lontano anno 1789, l’anno della Rivoluzione Francese, veniva pubblicato il “ Cahier de Doléance des Femmes” . In quegli anni Olympe de Gouges ( in realtà Marie Goure ) difendeva i diritti delle donne, il diritto al voto. E Olympe lottava per l’uguaglianza. Ma quando attacco’ Robespierre commise il suo errore fatale: il 3 Novembre del 1793 veniva ghigliottinata. La battaglia per le libertà riprendeva solo molti anni dopo, nel 1865 in Inghilterra, con il movimento delle suffragette. Il voto alle donne venne dato, in Italia, solo nell’anno 1946, il due Giugno. La strada Tunisina mi pare lunga, molto lunga. Per la Tunisia forse è necessario ancora molto tempo prima che una nuova Olympe de Gouges possa essere veramente libera dai lacci e dalle pastoie che ne impediscono il cammino, un cammino che potrà affrontare libera e con lo sguardo libero da impedimenti, e magari, senza una veletta nera sugli occhi. Diamo tempo al nostro tempo… Giorgio Comerio www.giorgiocomerio.com

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