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La terza primavera e l’arcobaleno.

Tunisi (Tunisia) – Lunedi’ 13 Gennaio è la festa del Mouled la nascita del Profeta Muhammad nell’anno 570 circa, Martedi’ 14 Gennaio 2014 è l’anniversario della Rivoluzione Tunisina dell’anno 2011. In realtà da Sabato 11 e per quattro giorni in Tunisia si farà qualche giorno di vacanza.. con, pero’, negozi aperti e cortei “liberi” nelle strade di Tunisi , e con molta gente con mattoni e cazzuola in mano occupata a costruirsi casa. Tre anni fa il presidente Ben Ali’ , una sera in TV, ha detto “vi ho capito, vi ho capito,vi ho capito” per tre volte, e poi è salito a bordo del suo aereo con figlioletto e consorte. Ed è decollato. Forse per sempre.. Da allora è in Arabia Saudita e non se ne hanno più notizie. Il suo “clan” famigliare ed i noti Trabelsi – presuntuosi banditelli spocchiosi – lo hanno immediatamente seguito raggiungendo i loro feudi all’estero dove si erano già da tempo preparati a soggiornare per periodi di lunga durata. Chi in Canada, chi in Algeria, chi alle Seychelles, chi in altri angolini tranquilli. Altri “presidenti” della zona hanno impiegato un po’ di tempo in più, anche perché più benestanti e quindi maggiormente presuntosi. Non avevano capito subito molto bene cosa diavolo stava succedendo. Altri ancora non lo hanno ben capito ancora oggi. In Tunisia il tutto si è risolto brillantemente grazie ad un esercito che si è astenuto da qualsiasi azione che non fosse la mera difesa di obbiettivi primari e sensibili, evitando danni alle infrastrutture e distruzioni inutili. Le vittime, qualche centinaio, sono state – in maggioranza – detenuti in rivolta ed in fuga dalle carceri. In due anni si è sviluppato il senso della libertà “alla francese” con editoria libera dalle “veline” del regime, stazioni televisive, stazioni radio, blog e quant’altro totalmente liberi, permettendo a chiunque di dire e di scrivere quello che vuole. Anche la rete internet, prima censurata e controllata, è diventata improvvisamente libera. Il famoso affettuoso “Ammar 404” , ovvero l’avviso che la pagina Web non era raggiungibile – bloccata dalla Polizia Postale – improvvisamente è sparito. La fine di “Ammar 404” è stato il vero segnale della prima vera libertà acquisita, quella su internet. La crisi economica e la crisi politica invece sono i due maggiori ostacoli di un cammino ancora traballante ed accidentato. L’economia Tunisina è molto legata a quella industriale europea e, con un’Europa in crisi, ne ha immediatamente subito gli effetti. Anche perché agli investitori stranieri è stato sempre reso molto difficile – e lo è tutt’ora – investire nel commercio, nei servizi, nell’agricoltura. Settori che quindi, in generale, in Tunisia, sono rimasti arretrati e con scarsi profitti. Scioperi più o meno selvaggi, ritardi negli approvvigionamenti, ritardi nelle consegne, crisi finanziaria delle imprese, hanno portato alla chiusura di molte aziende. Cablaggi ed “automotive” per prime – a seguito della crisi dell’auto – e confezioni e calzature subito dopo. Altre, che erano già in fase di “riposizionamento” si sono trasferite in Marocco. Le prime elezioni hanno visto la nascita di un centinaio di partiti ed il predominio di un partito di maggioranza relativa di matrice islamica, Ennahdha. In due anni di un lavoro, molto dibattuto e seguito con attenzione dalla stampa, è stata redatta la nuova Costituzione che dovrebbe essere votata a giorni e poi ratificata da un referendum popolare ( forse ..) Poi seguiranno le nuove elezioni, elezioni effettuate con il nuovo sistema elettorale stabilito dalla nuova Costituzione. Un certo parallelismo alla situazione Italiana.. è d’obbligo. I vari ministri che si erano impegnati a non ricandidarsi una seconda volta, ad essere solo dei responsabili provvisori e poi impegnati a lasciare la poltrona ai nuovi ministri di un nuovo Governo – un pochettino stile Movimento 5 Stelle – hanno iniziato ad affezionarsi alle loro belle poltrone ed alle auto blu ed alle ricche prebende, ed ora sono poco inclini a lasciare le belle scrivanie appena conquistate. La stessa situazione è quella relativa alla posizione dell’attuale Capo del Governo : quello attuale dovrebbe lasciare il posto a quello nuovo, appena nominato dopo mesi di consultazioni e di pressioni dei sindacati. Ma non lo ha ancora fatto.. per un motivo, per un altro .. Qualche ministro è stato coinvolto nei soliti scandaletti finanziari o sessuali ma ora i media, liberi da laccioli e da pastoie, li hanno scoperti e resi pubblici. Con poi le solite querele di rito degli interessati e processi, a favore dei ministri, attuati in tempi rapidi da una magistratura ancora solerte verso i potenti. Tutta la società Tunisina è in fase di “riassetto” con i primi scioperi degli avvocati, dei giudici, dei medici, dei trasporti, degli insegnanti, .. Scioperi impensabili tre anni or sono e praticamente mai fatti.. negli ultimi vent’ anni ! Anche in questo caso in una certa in Tunisia si è sviluppata un’ affinità sindacale che attinge agli usi ed ai costumi Spagnoli, Italiani, Francesi.. La crisi economica pero’ permette ancora una crescita annua del 3% circa, di gran lunga superiore a quella Italiana. Crescita sostenuta da un diffuso “libero mercato”; un libero mercato che si regge stabilmente sul contrabbando e su di una “ grande libertà” immobiliare. Il contrabbando del carburante, del cemento, del tondino di ferro, di certi prodotti alimentari, dei ricambi automobilistici, é diffuso e capillare, e permette allo stato un notevole risparmio, riducendo l’esborso di valuta forte. Benzina e gasolio di provenienza Algerina e Libica, sono venduti a prezzi finali inferiori di quelli alla pompa ufficiale, nonostante il contributo applicato dallo Stato sul carburante, contributo necessario al fine di ridurre il prezzo finale ai consumatori. Insomma i contrabbandieri danno un bell’aiuto alle finanze statali – pagano in dinari tunisini svalutati e non in dollari – e quindi sono ampiamente tollerati. E’ come se dalla Svizzera e dalla Slovenia arrivassero cisterne di carburante in tutta Italia, carburante poi messo in vendita in tanichette di plastica impilate in depositi colorati e variopinti ben visibili ai bordi delle strade, agli incroci di campagna e dove comunque ci si puo’ posteggiare cinque minuti per un pieno. L’anarchia immobiliare ha fatto nascere nuove costruzioni su terreni agricoli che ormai nessuno coltiva più, ha fatto realizzare un paio di piani supplementari al posto del tetto a chi poteva farlo senza far crollare tutta la casa, e poi ecco realizzarsi capannoni industriali, sistemazione di vecchi immobili abbandonati dai Francesi e risalenti al periodo dell’occupazione, nuove stalle e nuovi depositi agricoli, trasformazioni di garages in negozi , in nuovi ristoranti etc. e chi più ne ha più ne metta. Utilizzo di terreni abbandonati od incolti, trasformazione d’uso, realizzazione di ampliamenti di ogni genere e tipo: il tutto è realizzato senza progetti preliminari, piani da approvare, lavorando di giorno, di notte, in qualsiasi giornata della settimana. Solo un’ avvertenza è richiesta dalle consuetudini: che i vicini siano d’accordo. Per i più ligi basta depositare una domandina ed un disegnino in Municipio, all’ufficio tecnico. Il parere favorevole è ormai facilmente e rapidamente acquisito. Sono nate intere nuove città.. Qualche bosco è anche sparito ma, nel complesso questa frenesia immobiliare ha creato lavoro ed ha un impatto assolutamente positivo sull’intera economia. Danaro più o meno occultato, danaro guadagnato bene o male dai Tunisini che lavorano all’estero, dove anche per loro di lavoro non se ne trova più, è rientrato in Tunisia e si è convertito in mattoni, cemento, piastrelle, impianti elettrici, tubazioni, tappezzerie, mobili, arredi vari e in quant’altro serve per realizzare una casa, una fabbrica, una stalla. Un rientro di capitali agevolato, aiutato, accudito.. Un segno di fiducia nella Nazione, un maggior radicamento sul territorio di una classe di cittadini che da contadina diventa sempre più “borghese”. E quindi si sviluppa una classe più incline alla stabilità, alla legalità, all’ordine. Il potersi costruire la propria casa, il proprio negozio, la propria stalla permette di realizzare tutti i vecchi sogni chiusi nei cassetti, tutti i sogni e le aspirazioni castrate, da anni, da una burocrazia opprimente e spesso semplicemente corrotta. Realizzare i propri sogni in libertà, senza costrizioni, rende l’aria più pura, le difficoltà piu’ sostenibili. Nella frenesia anarchica vi è anche spesso una bella dose di disordine, di prevaricazione, di mancanza di una base qualsiasi di educazione civica, di rispetto per gli altri. Ma è l’altra faccia della medaglia, è il profumo del Souk. I marciapiedi sono occupati da mini-negozi in muratura, in legno, in lamiera, altri realizzano piccole strutture nei giardini pubblici, nelle aiuole dei viali, sui marciapiedi delle strade, insomma dove pensano di poter attirare una clientela qualsiasi nel loro chioschetto aperto dall’alba a dopo il tramonto, sette giorni su sette.. Ovviamente con le immediate proteste dei negozianti. Ma è un indice di libertà, di libera impresa in libero stato, ( o meglio di libero commercio in uno stato appena liberato ) e quindi, alla fine, questo formicolio di nuove attività, questa totale anarchia nel commercio, nell’industria, nei servizi, rende più sopportabile l’aumento dei prezzi dei generi alimentari – molti dei quali più costosi in Tunisia che in Italia – i licenziamenti in massa, i disagi dei primi scioperi. In tutto cio’ hanno cercato di inserirsi anche i movimenti religiosi più integralisti ma, ormai, con scarso successo. Un gruppo di “predicatori” è giusto arrivato all’aeroporto di Tunisi Cartagine un paio di giorni fa. Era il 3 Gennaio. Non sono neppure usciti dall’area del controllo passaporti. Sono stati rispenditi a casa, con lo stesso volo. Il sistema di controllo e di “intelligence” funziona comunque. Uomini e mezzi dell’intelligence più o meno sono rimasti gli stessi, solo gli obbiettivi sono cambiati, ma neppure di molto, visto che tutti i movimenti integralisti religiosi o sindacali erano comunque tenuti sotto attento controllo anche prima dell’anno 2011. Ma anche nell’attività di sicurezza e controllo vi è anche qualche spina.. nel fianco. Nelle montagne al confine con l’Algeria, da tempo le forze armate combattono contro gruppi di terroristi nascosti nelle grotte. Morti da entrambe le parti. L’esercito Tunisino ha ricevuto assistenza tecnica e satellitare, elicotteri da combattimento e drone dell’ultima generazione, dagli USA. La battaglia sui monti prosegue, a volte con azioni importanti, altre con attività più nascoste. Ed in effetti questo è un vero rischio di una certa importanza. Il futuro non è molto facile da prevedere. Intanto vedremo cosa accadrà in concomitanza con l’anniversario del 14 Gennaio. Poi si dovranno valutare gli effetti della nuova legge finanziaria che prevede nuove tassazioni, ed in particolare quella del 10% sulle aziende “off-shore” che prima erano esentate dalle imposte per dieci anni. Molte società pensano già di trasferirsi in Marocco oppure a Malta ove le imposte sui profitti sono del 10% . Malta ha anche il vantaggio di una sistema burocratico comunque anglosassone, semplice e di facile attuazione, una posizione centrale nel mediterraneo e l’appartenenza alla Comunità Europea che garantisce quelle libertà di investimento anche nel commercio, nei servizi e nell’agricoltura che il sistema protettivo e restrittivo della Tunisia invece impedisce. In Tunisia, nel commercio e nell’agricoltura, vi è ancora l’obbligatorietà di un socio di maggioranza Tunisino. Insomma la terza primavera sarà quella decisiva per dare un volto alla prima rivoluzione araba nella Storia, la terza primavera sarà anche quella decisiva per passare dalle “democrazie tribali” cosi’ frequenti in Africa e nei paesi arabi, ad una vera prima democrazia compita, libera ed elettiva. E non sarà semplice, e non sarà facile. E noi saremo qui, e vedremo l’arcobaleno. Giorgio Comerio www.giorgiocomerio.com

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