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Visto dall'Estero – L’Euro il Dollaro e lo Scudo Romano.

Grande parlare dell’Euro forte e del Dollaro debole. Due valute che, in Africa, sono i pilastri degli scambi commerciali. Il nord Africa é essenzialmente un territorio che esporta materie prime prodotte localmente (petrolio, gas, fosfati, sale, carbone, minerali strategici ) e che vengono pagati in Dollari od in Euro. Il Nord Africa esporta anche prodotti finiti realizzati in sub-appalto, prodotti tessili, calzaturieri, e poi i tipici prodotti agro alimentari, antico pilastro delle economie in tutta l’Africa del nord. Le valute locali sono deboli e, anno per anno, svalutano in base alle bilance dei pagamenti nazionali. I grandi produttori di petrolio oppure di gas, e di minerali, come Libia ed Algeria stanno e staranno sempre bene. Incassano Dollari, incassano Euro ed importano ciò che a loro serve pagando i fornitori proprio con i Dollari e gli Euro dei Francesi, degli Italiani, dei Tedeschi. Sfortunatamente per molti paesi europei i Libici, gli Algerini, i Marocchini, vanno a comprare molti dei loro prodotti in Cina, Brasile, India, Pakistan, Romania, Bulgaria, e qualche volta anche in USA.
E questo é il primo vero danno per l’europa. Ecco perché i governi sviluppano relazioni bilaterali, cercano di stringere relazioni sempre piu’ strette con Libia ed Algeria e Marocco, ecco perché cercano di acquisire « grandi lavori » come autostrade, dighe, ferrovie, porti, elettrodotti : proprio per far rimpatriare un po’ della loro valuta fuggente. Ma non basta. Il Nord Europa ha il grande bacino dei consumatori dell’Est, Russia in testa, alla quale pagano si’ gas e petrolio ma che, in contro partita, acquista prodotti finiti e tecnologia. Inghilterra, Norvegia, Svezia, Danimarca possono contare sul petrolio del mare del Nord. Costoso da estrarre ma pur sempre prodotto a due passi dalle rive di casa. Il Sud ha sempre meno ricchezza generata nel bacino dei consumatori arabi che, sempre di più, si riforniscono altrove. E poca energia. Ecco il perché della sofferenza di una parte d’Europa. Ecco il perché del desiderio, di molti, di uscire dall’Euro. In effetti potrebbe nascere uno “scudo mediterraneo”, una moneta che unisca Grecia, Malta, Italia, Francia, Spagna, Portogallo e magari Albania, Croazia, Macedonia, insomma le nazioni che non solo non hanno gas e petrolio, ma che hanno una clientela africana ed araba sempre più difficile da conquistare. Tutte Nazioni che hanno un’economia che necessita di meno parametri ferrei, meno restrizioni, più libertà, più coraggio, più elasticità e dinamismo. Dopotutto l’ Inghilterra é rimasta con la sua Sterlina, la Danimarca con la sua Corona senza nessuna sofferenza.
Una Banca Centrale delle Nazioni Sud del Mediterraneo potrebbe benissimo gestire la nuova valuta, l’ipotetico “scudo mediterraneo” mantenendo la parità con il Dollaro e superando il 3% di rapporto fra il debito pubblico ed il PIL. Rapporto che gli USA hanno sempre tranquillamente superato di molto, fino ad un tranquillo valore “greco”. E la parità con il Dollaro é il vero obbiettivo da raggiungere. Ma per l’Euro si potrebbe ottenere un’ottimo risultato semplicemente copiando il sistema di gestione dell’economia USA, sistema che sta dimostrado di saper reagire con avvedutezza alla crisi ed alle bufere economiche. Il primo obbiettivo, quello di mantenere la parità con il Dollaro, si ottiene lasciando libera la BCE di agire come meglio possibile e gli stati membri di aggiornare i parametri economici in base alle dinamiche del mercato. Draghi saprà benissimo come fare. Il secondo grande obbiettivo sarebbe quello di considerare le Banche come aziende che, non vanno finanziate dallo stato. Aziende che in caso di crisi, si devono comportare come tutte le aziende del mondo; ovvero ridurre le spese, aumentare il capitale, cercare nuovi soci, vendere ciò che é vendibile a condizioni vantaggiose, e quant’altro. Poi, visto che le Banche sono soggette all’attività di vigilanza e di controllo della banca nazionale, vi é l’eventuale commissariamento e, nella peggiore delle ipotesi, il fallimento.  In questo malugurato caso lo Stato interverrà per salvare i correntisti mentre i dirigenti subiranno le conseguenze civili e penali alle quali sono soggetti tutti i cittadini. Banche svizzere, banche USA, etc. sono fallite senza interventi dello Stato se non quello di salvaguardare i correntisti. E non sempre ciò é avvenuto.
La BCE potrà quindi indebitarsi, emettere titoli ed immettere capitali direttamente a favore di imprese e famiglie by-passando le banche private. Dare danaro ad imprese e famiglie é molto semplice, immediato, di facile attuazione: basta diminuire le imposte, ovvero, meglio ancora, elmiminarne, del tutto alcune.
Eliminandole del tutto si eliminano anche gli adempimenti burocratici (che resterebbeo nel caso di una mera diminuzione) e si toglierebbero carte e scartoffie sia dalle scrivanie degli addetti alla riscossione che da quelle degli addetti alle verifiche. In Italia già eliminare i “bolli” sarebbe un segno di buon gusto e di civiltà. Un balzo in avanti dal tardo medioevo. Meno lavoro per il poligrafico dello Stato ed un sospiro di sollievo per tutti.
Eliminare del tutto il pagamento di imposte “anticipate” su profitti ipotetici ed aleatori sarebbe un segno di civiltà economica.  Ed, anche qui, pare strano che la Corte Costituzionale non si sia mai stata attivata da qualcuno che si è accorto che tassare “il futuro ipotetico profitto” forse é un pochettino giuridicamente bizzarro.
Ma di stranezze giuridico-impositive ve ne sono diverse. Qualsiasi commercialista sarà felice di fare un’elenco.
Insomma per iniettare danaro nella società é facile : basta ridurre le imposte per agevolare agricoltori, allevatori, commercianti, imprenditori, artigiani, e quanti avrebbero magari voglia di intraprendere in Italia oppure in Europa, qualche cosa di nuovo senza emigrare verso la sponda sud del Mediterraneo. E la sponda sud offre tanto di più. Nell’ Europea Malta le imposte sulle società sono pari al 10% sui profitti, profitti certificati da una delle società di revisione contabile autorizzate dal Ministero delle Finanze e che tu, contribuente, scegli. Niente male In Tunisia le aziende industriali e commerciali e di servizi, quando totalmente esportatrici, non pagano le imposte sui profitti per i primi 10 anni. E se la normativa dovesse cambiare nel 2014 non pagheranno che il 10%. In Libia le imposte sui profitti, in pratica, non esistono proprio, e via di questo passo. Il Marocco e l’Algeria agevolano investitori e la creazione di imprese con innumerevoli benefici fiscali.  Non parliamo poi dei poli industriali “off-shore” vere e proprie enclaves ove tutte le agevolazioni sono concentrate in un’unico comprensorio con ripartizioni dei costi dei servizi in comune. E così , nonostante l’attuale insicurezza generale, molti nuovi imprenditori spagnoli, francesi, italiani, sono sempre più attivi fuori dall’Europa, sulla sponda sud. Giorgio Comerio www.giorgiocomerio.com

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