Crema (Cremona) – Il cammino che si trova ad affrontare una coppia che fatica ad avere figli non è mai semplice da accettare ed è per questo che sono in molti a non arrendersi e a cercare di percorrere tutte le strade possibili come hanno fatto recentemente due sposi di Crema che hanno deciso di ricorrere all'utero in affitto, pratica che non è consentita in Italia. La coppia, però, ha dha voluto provare comunque ed è così volata fino in Ucraina dove ha pagato 30mila euro pensando in questo modo di riuscire a esaudire il loro desiderio più grande, ma senza sapere che sarebbero andati incontro a un vero e proprio incubo. 
Tutto, infatti, sembrava essere andato a buon fine e in Ucraina il seme dell'uomo era stato utilizzato per fecondare l’ovulo di una donna donatrice, che poi per nove mesi aveva portato in grembo la nuova creatura, un maschio che era stato registrato come figlio della coppia prima in Ucraina e poi in Italia, ma qui l'addetto all'anagrafe è riuscito a intuire quello che era successo visto che sapeva che la presunta mamma non era mai stata incinta e che quindi non tutto si era svolto in modo regolare. E' scattata così la segnalazione alla Procura di Cremona che ha ordinato di eseguire il test del dna che ha quindi svelato che la mamma non era a livello biologico quella che aveva partorito il bambino. Non è però finita qui visto che sembra che anche la paternità sia dubbia. 
Ora quindi i due coniugi dovranno affrontare un processo il prossimo 14 gennaio, ma la beffa più grande che hanno dovuto subire è stata la decisioen del Tribunale che ha provveduto a togliere la custodia del bambino alla coppia anche se aveva già trascorso un anno e mezzo con i genitori adottivi,. Il bambino ora si trova così in una struttura protetta di cui la coppia non è a conoscenza visto che gli è stato vietato di vederlo. Il legale dei coniugi, però, non ha escluso la possibilità di un'azione per truffa nei confronti della clinica ucraina se davvero venisse accertato che l'uomo non è nemmeno il reale papà.