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Quinto Potere: storia di Wikileaks troppo buonista?

Cinema – Oggi vive asserragliato all'interno dell'Ambasciata Ecuadoregna a Londra, dove ha dovuto rifugiarsi lo scorso giugno, visto che, ufficialmente, sarebbe ricercato per aggressione sessuale in Svezia. Ma in realtà Julian Assange è considerato dagli Usa e dal Regno Unito un nemico da ridurre al silenzio, visto che con il suo sito Wikileaks ha rivelato segreti di Stato che i canali ufficiali di informazione hanno sempre tenuto nascosti.
Ma chi è in realtà Assange, l'hacker australiano odiato dai governi e ammirato da milioni di persone nel mondo? E' solo un pirata informatico dedito al terrorismo online, o un eroe della libera informazione?
A questa domanda vuole rispondere 'Quinto Potere', il film di Bill Condon, dedicato a Wikileaks e al suo creatore nelle sale da giovedì prossimo.
Un film che però, prima ancora della sua uscita è stato già investito da non poche critiche per presunto eccesso di 'buonismo'.
Nella pellicola, infatti, alla fine sarebbero tutti buoni, come accade in tutti i film prodotti da Steven Spielberg. E' Buono Julian Assange, protagonista assoluto visto sì come un Savonarola dell'informazione, ma con alle spalle un'infanzia difficile vissuta all'ombra di una setta. E' buono Daniel Domscheit-Berg, suo sodale con senso etico. Sono buoni i media tradizionali che cavalcano con discrezione WikiLeaks. E sono buoni, infine, perfino i potenti, perché la verità, spesso, può essere pericolosa. L'unica cosa a non essere buona però, forse, è il prodotto finale.

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