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Che strano chiamarsi Federico! (voto 8)

E’ molto positivo il giudizio su Che strano chiamarsi Federico!, omaggio che Ettore Scola ha rivolto all’amico e collega. Erano molti anni che questo cineasta non realizzava un film, aveva smesso per protesta contro un inverecondo attacco fatto contro di lui da parlamentari del PDL. Il ritorno alla regia avviene con un’opera che è, allo stesso tempo, documento e film narrativo. Ciò che Ettore Scola riesce a restituirci è il clima ottimista ed economicamente miserabile di un’epoca in cui i sogni superavano di gran lunga i quattrini in tasca o a disposizione. Ci sono sequenze, come quelle delle lunghe peregrinazioni in auto dei due colleghi nella notte romana, che sono veri prezzi di bravura capaci di commuovere e spiegare molte cose, molte di più di un qualsiasi saggio sociologico. In definitiva un’opera originale e molto bella, un testo di grande forza firmato da un cineasta che rimane fra le migliori forze vive del nostro cinema. L’equilibrio fra i materiali ricostruiti (cinema di finzione) e i brani tratti da servizi televisivi e cineattualità è praticamente perfetto e concorre in modo netto e robusto da far rivivere un mondo e una stagione che rimangono fra le più felici del cinema e della cultura del nostro paese.

(umberto@uerre.it)

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