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Ustica – Caso ancora aperto. Amedeo Gagliardi risponde a “Edizioni Oggi”

In occasione della sentenza della Corte di Cassazione, “Edizioni Oggi” pubblica un'intervista con il noto avvocato Amedeo Gagliardi che, nella lunga vicenda legale sul disastro di Ustica, è stato il rappresentante legale della compagnia aerea Itavia, alla quale apparteneva il DC9 precipitato con a bordo 81 persone.

– Avvocato Gagliardi, dopo 33 anni dal 27 giugno 1980 si giunge finalmente ad un punto fermo della vicenda. Con la sentenza della Corte di Cassazione, di certo non si può definire comunque conclusa la questione. Secondo Lei, quanto ancora rimane da scoprire sul disastro di Ustica?
– “La recente sentenza della Corte di Cassazione, almeno per quel che è dato intendere, non disponendo ancora del testo integrale della decisione, consente di ritenere, almeno allo stato, definita la controversia promossa dai parenti di alcune vittime (due o tre) nei confronti dei competenti Ministeri, allo scopo di ottenere il risarcimento dei danni, la sentenza deve ritenersi definitiva, a norma di legge, salvo che non si disponga un rinvio alla Corte di Appello per l’accertamento di qualche peculiare profilo. Staremo a vedere.
Quanto ancora resta da scoprire sul disastro di Ustica? Certamente l’appartenenza del missile, che ha colpito il DC9 Itavia, e chi l’abbia sparato, superando per tale via l’accertamento compiuto dalla Corte di Cassazione in sede penale, che – come è noto – ha escluso, allo stato degli atti, che la causa del disastro sia riconducibile ad un fattore esterno all’aeromobile. Sono in corso, a cura della Procura della Repubblica di Roma, talune rogatorie, all’esito delle quali l’accertamento compito dalla Corte di Cassazione in sede penale, potrebbe essere totalmente disatteso e superato. Il conseguente contrasto tra giudicati non sarebbe di per sé preclusivo per un nuovo, completo e definitivo accertamento, per il quale stimare l’ampiezza di un decennio non sarebbe una previsione azzardata
“.
– La definizione della responsabilità dei ministeri dei Trasporti e della Difesa, secondo Lei, potrebbe aprire ad una pista che porti alla reale identificazione dei responsabili del disastro?
– “Non esiste segreto di Stato che possa impedire la reale identificazione dei responsabili del disastro, specialmente alla stregua di una decisione giudiziale, che accerti la responsabilità dello Stato italiano, per incuria, inerzia, omissione di atti dovuti in materia di sicurezza aerea (e non solo)”.
– Come si colloca una eventuale riabilitazione del nome della compagnia Itavia nel quadro della sentenza della Cassazione?
 – “Difficile è dire se il nome e l’immagine di Itavia possano essere seriamente riabilitati alla luce di quanto sentenziato dalla Cassazione e di quanto sarà via via deciso in sede civile e penale, in merito ai processi tuttora pendenti.
– Se la Cassazione riconosce il diritto di risarcimento alle famiglie delle vittime, secondo Lei, sarebbe giusto rendere giustizia anche alla compagnia aerea alla quale apparteneva il DC9 abbattuto da un missile, visto che la vicenda ha portato al suo annullamento?
– “Rammento che Itavia è stata assoggettata alla procedura concorsuale di amministrazione straordinaria ex lege Prodi, con finalità liquidatorie, con il conseguente venire meno dell’azienda, che da anni ha cessato di sussistere. E’ancora in piedi un ufficio commissariale che potrà coltivare o proporre ex novo appropriate domande risarcitorie analogamente ai parenti delle vittime, poiché – come ho sostenuto a suo tempo – la compagnia aerea costituisce la 82a vittima del disastro di Ustica“.
– Secondo Lei, a questo punto, dato che è stato ufficialmente riconsciuto il dolo nel disastro aereo di Ustica, chi potrebbe essere stato a lanciare il missile, e perché? E chi, in tutti questi anni, avrebbe coperto le responsabilità dei veri colpevoli, e perché? Insomma, come si usa dire “cui prodest” ?
– “Arduo, ma non impossibile identificare chi ha lanciato, sia pure per errore, il missile che ha abbattuto il DC9 Itavia, ma l’accertamento dipende dal c.d. segreto di stato, rimosso il quale le nubi che ancora avvolgono il disastro di Ustica rimarranno irreversibilmente squarciate. Chi vivrà vedrà.
“Cui prodest””…La condotta reticente ed omissiva dello Stato Italiano? Intanto, va sottolineato che lo Stato non può non conoscere la verità e tutti i suoi contorni, come ebbi a replicare al rappresentante del Governo nel corso di una nota puntata rimasta famosa della trasmissione RAI “Telefono giallo”, che per prima si occupò dell’evento di Ustica? Il segreto di stato, che sin qui ha coperto la vicenda, risponde a esigenze di politica e di relazioni tra stati, che non sempre rispettano i diritti e gli interessi dei cittadini colpiti, che coltivano una legittima aspettativa di giustizia“.

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