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Bosone di Higgs: c'è chi mette in dubbio la veridicità

I ricercatori del CERN di Ginevra hanno esposto le caratteristiche della recente scoperta in diverse conferenze, ed hanno descritto quelle che sarebbero le caratteristiche della cosiddetta “particella di Dio”, che garantirebbe la massa a tutte le altre componenti subatomiche di un elemento. La dimostrazione della sua esistenza sarebbe data ormai per certa, come sottolineato dagli stessi scienziati che hanno condotto studi e osservazioni, con una conseguente implicazione di grande importanza anche nella scienza medica.
Il cosiddetto “Bosone di Higgs” quindi esisterebbe davvero. La sua principale catatteristica sarebbe una massa di 126 GeV (miliardi di elettronvolt), equivalente a 126 volte la massa del protone che è presente nel nucleo degli atomi, insieme al neutrone.
La scopeta ha da subito assunto i toni di una vera e propria pietra miliare nella storia della scienza e nella conoscenza della natura.
C'è però chi obietta a tutto questo: secondo uno scienziato americano, non sarebbe possibile rilevare il “Bosone” con osservazioni dirette, ma necessariamente scoprendo le particelle in cui decade, come ad esempio i fotoni e le particelle W e Z. In sostanza, però, è proprio ciò che è stato fatto durante i test di Ginevra, dove gli esperimenti erano finalizzati a trovare le particelle decadute al livello di energia di 126 GeV.
Lo scienziato americano in questione si interroga sul fatto se sia possibile o meno che a provocare i decadimenti previsti  sia stato il “Bosone” o un’altra particella, magari simile, perché  potrebbe trattarsi di un altro tipo di elemento capace di produrre effetti simili.

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