Il suo nome è Nabeel Ahmed Rajab, attivista per i diritti umani e direttore del Bahrein Centre of Human Rights, che è stato arrestato subito dopo avere concesso un'intervista segreta al fondatore di Wikileaks, Julian Assange, il cui contenuto è al momento ancora mantenuto nel massimo riserbo, per il programma “The World of Tomorrow”. L'accusa è di avere fomentato attività favorevoli alla democratizzazione del Paese e l'arresto è avvenuto all'arrivo all'aeroporto internazionale del Bahrein.
Al momento è sconosciuta la sorte  di Rajab, padre di due figli, che parla senza riserve di paura, pestaggi, torture subite per essere un attivista che combatte per i diritti umani in Bahrein, e afferma che, nonostante tutto, non ha intenzione di arrendersi.
Intanto, silenzio assoluto sulla vicenda da parte delle autorità del piccolo stato arabo che naviga sul petrolio, governato dalla fine del '700 dalla famiglia Al-Khalifah, nonché comando Paese che ospita il comando in capo della 5a Flotta della US-Navy.
Anche in Bahrein, come in Tunisia, Egitto, Algeria, vi sono state manifestazioni in conseguenza della cosiddetta “Primavera Araba”, ma la differenza è che qui sono state represse con la massima durezza dalla minoranza sunnita.