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Dittatore della Sierra Leone condannato per crimini di guerra

Molti ricorderanno le scene iniziali di un recente film, “Blood Diamonds” con  Leonardo Di Caprio e Jennifer Connelly. Una pellicola molto realistica sul traffico di diamanti dalla Sierra Leone. I cosiddetti “diamanti insanguinati” appunto.
Nelle inquadrature d'inizio film si vede una squadra di miliziani irrompere in un villaggio e riunire gli abitanti, rivolgendo ad uno per uno solo una domanda: “Manica lunga o manica corta?”.
Il significato era semplicemente: taglio delle mani oppure taglio del braccio all'altezza del gomito?
Le bande di miliziani pare siano stati in gran parte agli ordini dell'ex presidente-dittatore della confinante Liberia, Charles Taylor, e lo scopo era quello di mutilare, mai di uccidere. Seminare il terrore per meglio esercitare il potere assoluto sui ricchi giacimenti di diamanti della regione. E in tal modo venivano amputati occhi, genitali, braccia, oppure gambe, rigorosamente utilizzando il machete.
Charles Taylor è stato oggi condannato per quei crimini dal Tribunale delle Nazioni Unite, colpevole di favoreggiamento aggravato di reati di guerra e contro l'umanità, commessi fra il 1991 e il 2002 nel conflitto civile che causò la morte di oltre 50mila persone. Oltre questi, erano ben 11 i capi d'accusa contro l'ex dittatore, fra cui violenza, stupro, schiavitù sessuale, oltraggio alla libertà e dignità personale, terrorismo, atti disumani, tortura, reclutamento di minori, razzia, omicidio e banditismo. Si attende ora il deposito della sentenza entro il 30 maggio.
Il giudice del tribunale, Richard Lussick, ha dichiarato: “Durante le udienze è stato ampiamente dimostrato, oltre ogni ragionevole dubbio, il coinvolgimento diretto dell'imputato in atti che oltrepassano qualsiasi umana comprensione, a partire dalle formiture di armi ai ribelli della Sierra Lione in cambio di diamanti, contro il presidente Momoh“. A sostegno della sentenza, molte le testimonianze dirette di sopravvissuti alle atrocità perpetrate da Taylor. Altri sopravvissuti si sono dimostrati comunque scettici anche di fronte alla condanna. Alcuni hanno dichiarato: “Taylor è stato giudicato colpevole e andrà in prigione, con l'elettricità e la tv a sua disposizione. Oggi in Sierra Leone, molta gente non ha queste comodità“.

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