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Virus Cina: Xi, situazione grave, l’epidemia accelera

La Cina può “vincere la battaglia” contro il coronavirus. Lo ha assicurato il presidente Xi Jinping, nel suo secondo intervento pubblico dall’inizio della crisi. “Finché avremo fiducia costante, lavoreremo insieme, con prevenzione e cure scientifiche e politiche precise, saremo sicuramente in grado di vincere la battaglia”, ha detto Xi in una riunione del comitato permanente dei vertici del Politburo.

Xi Jinping, dopo aver cercato di infondere fiducia alla popolazione cinese, ha ammesso che la situazione è “grave” e l’epidemia del coronavirus “accelera”. “Di fronte alla grave situazione di un’accelerazione della diffusione del nuovo coronavirus, è necessario rafforzare la leadership centralizzata e unificata del Comitato centrale del Partito”, ha detto Xi nel corso di una riunione d’emergenza del governo.

Continua a crescere il numero dei contagi da coronavirus. Le autorità cinesi hanno riferito di 1.396 casi a livello mondiale. Nella Cina continentale ci sono 1.359 casi, inclusi i 41 morti, 39 dei quali nella sola provincia di Hubei, dove c’è la città di Wuhan, focolaio del virus. Una vittima è stata registrata nella provincia settentrionale di Heilongjiang, un’altra a Hebei, vicino a Pechino. Lo riferisce la Cnn.


 “Stiamo seguendo molto da vicino gli sviluppi della situazione sul coronavirus e ho convocato per lunedì una riunione del Comitato per la sicurezza sanitaria dell’Ue“. Lo ha annunciato su Twitter la commissaria europea alla salute, Stella Kyriakides, sottolineando che l’incontro di lunedì servirà a “discutere le opzioni di risposta e i bisogni degli Stati membri”.

Gli Stati Uniti hanno avviato un’operazione per far evacuare a partire da domani cittadini e diplomatici americani da Wuhan, l’epicentro dell’epidemia del coronavirus. Lo riferisce il Wall Street Journal. Nella città cinese ci sono circa 1.000 americani e l’ambasciata li sta contattando per organizzare il trasporto aereo che li riporterà in Usa. Il personale medico americano sarà a bordo per trattare i casi sospetti.

 A partire da lunedì tutti i servizi per i tour di gruppo all’estero forniti dalle agenzie di viaggio cinesi, comprese le prenotazioni alberghiere e dei biglietti aerei, saranno sospesi. Lo riferito la tv di Stato Cctv, aggiungendo che i tour organizzati all’interno della Cina sono stati sospesi ieri.

Pechino ha esteso il cordone sanitario volto a circoscrivere l’infezione, i provvedimenti riguardano ora 56 milioni di persone. Tra le quasi 40 province, regioni e municipalità speciali che compongono amministrativamente il Paese, solo il Tibet risulta ancora privo di casi.

Wuhan e altre 13 città della provincia sono state isolate in uno sforzo senza precedenti per contenere il micidiale virus respiratorio che intanto si va diffondendo in altre aree della Cina e in altri Paesi. 

Un secondo ospedale per la cura dei pazienti affetti dal coronavirus sarà costruito a Wuhan e si aggiungerà all’altra struttura che è in fase di costruzione a Wuhan e dovrebbe essere pronta entro 10 giorni. Hong Kong ha dichiarato l’epidemia del coronavirus “un’emergenza” – il livello di allarme più alto della città. 

Al momento sono 38 i casi accertati di coronavirus al di fuori della Cina continentale, dove si registrano quasi 1.400 contagi e 41 morti. Cinque casi sono stati registrati a HONG KONG. La maggior parte erano passati da Wuhan, focolaio dell’epidemia. Due casi nella regione autonoma di MACAO, tra loro una donna d’affari arrivata tre giorni fa dalla città di Zhuhai. Tre i casi nell’isola di TAIWAN. Rimanendo in Asia, la THAILANDIA ha confermato cinque casi, quattro cinesi di Wuhan ed un thailandese proveniente dalla stessa città. Si tratta del primo paese fuori dalla Cina in cui è stato segnalato il virus. Due i casi in COREA DEL SUD, il primo un cinese arrivato in aereo dalla provincia di Wuhan. Due casi in VIETNAM, entrambi cinesi: si tratta di un uomo arrivato nel Paese da Wuhan e del figlio che abita a Ho Chi Minh City. Un caso si registra in NEPAL. Tre i casi in MALAYSIA, arrivati via Singapore. A SINGAPORE tre casi. Lo stesso numero di contagi si registra in GIAPPONE, uno proveniente da Wuhan e due abitanti della città cinese. Superando i confini continentali, in AUSTRALIA oggi sono stati accertati quattro casi. Tutti erano stati in Cina e a Wuhan di recente. Negli STATI UNITI ci sono due contagi, entrambi americani di rientro da Wuhan. In FRANCIA al momento si registrano gli unici casi di contagio in Europa: sono tre, uno a Bordeaux e due a Parigi. Anche in questo caso, tutti erano stati in Cina da poco. Due di loro comunque sono in via di guarigione, secondo quanto riferiscono i medici.

L’italiano a Wuhan: bloccato qui, città spettrale

Tra i milioni di cittadini isolati, ci sono anche una ventina di italiani, tra residenti, studenti e turisti, che si trovano a Wuhan. Tra loro, Lorenzo Di Berardino, studente abruzzese rimasto bloccato dentro un campus universitario, che racconta all’Ansa di una città spettrale, letteralmente deserta.

L’origine del nuovo virus

Il virus 2019-nCoV è arrivato all’uomo dai serpenti: sarebbero questi gli animali nei quali il virus, trasmesso dai pipistrelli, si sarebbe ricombinato e poi passato all’uomo. Lo indica l’analisi genetica pubblicata sul Journal of Medical Virology da Wei Ji, Wei Wang, Xiaofang Zhao, Junjie Zai, e Xingguang Li, delle università di Pechino e Guangxi. La ricerca è stata condotta su campioni del virus provenienti da diverse località della Cina e da diverse specie ospiti.

Come già accaduto con l’aviaria e la Sars, anche questa volta l’indice è puntato sui mercati di animali vivi, molto comuni in Cina dove, accanto agli animali allevati, si vendono animali selvatici come, appunto, serpenti e pipistrelli. E ora è quindi chiaro che il 2019-nCoV è un mix di un coronavirus proveniente dai pipistrelli e di un altro che arriva dai serpenti e che da questi ultimi sarebbe passato agli esseri umani, adattandosi al nuovo ospite e acquisendo la capacità di trasmettersi da uomo a uomo.

I consigli ai viaggiatori

Sono almeno cinque i team internazionali coinvolti nell’impresa di mettere a punto un vaccino contro il nuovo virus cinese, con l’obiettivo di ottenere il prima possibile quello che normalmente richiede almeno due o tre anni di lavoro. I primi test sull’uomo potrebbero arrivare in tempi record, “meno di tre mesi, a fronte dei 20 del vaccino sperimentale per la Sars”. A dirlo è uno dei massimi esperti di immunologia, Anthony S. Fauci, direttore dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive (Niaid) del National Institutes of Health, l’agenzia del governo degli Stati Uniti responsabile della ricerca e della salute pubblica.

“I progressi della tecnologia collegati alla Sars hanno notevolmente compresso i tempi per il suo sviluppo”, scrive Fauci nel suo ultimo saggio pubblicato sulla rivista scientifica Jama. Nel testo si sottolinea come gli attuali studi stiano sviluppando antivirali e test diagnostici per rilevare rapidamente l’infezione partita da Wuhan. E, soprattutto, come stiano adattando gli approcci utilizzati con la Sars, per lo sviluppo di vaccini candidati. La ricerca vede impegnate equipe di esperti del National Institutes of Health, dell’Università del Queensland, in Australia, e delle aziende statunitensi Moderna Therapeutics e Inovio Pharmaceuticals. Ognuno dei team principali verificherà un approccio diverso allo sviluppo del vaccino, mentre a finanziare gli studi è la Coalizione per la preparazione alle epidemie e l’innovazione (Cepi).

In un’iniziativa indipendente, anche Novavax, che ha già lavorato sulla Sars, si è messa al lavoro per studiare un’immunizzazione contro il coronavirus cinese. Così come ha dichiarato di essere intenzionata a fare anche l’Agenzia federale russa per la tutela dei consumatori e della salute. Per ora, il primo beneficio lo hanno avuto le aziende coinvolte, che hanno visto salire con percentuali a due cifre le loro quotazioni in Borsa.

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