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Vigili urbani, sciopero ed esposto in procura

Sciopero dei vigili sabato 12 gennaio, un giorno ad alto rischio per la viabilità perché è in calendario Sampdoria-Milan

Scende il gelo tra i sindacati e il comandante della polizia locale Gianluca Giurato. Dopo la proclamazione della prima giornata di stop il 22 dicembre scorso, scongiurata dall’intervento della prefetta Fiamma Spena, i vigili iscritti al Sulpl Diccap ( il 60%) incrociano davvero le braccia. C’è di più: il sindacato presenta anche un esposto in Procura e all’Ispettorato del Lavoro. Nel mirino finisce il cosiddetto “lavoro in solitaria” nelle postazioni chiavi del post crollo ponte Morandi. Il numero uno dei cantuné ha deciso di ridurre da due a uno gli agenti demandati a controllare quelle fisse in via 30 Giugno, corso Perrone e via della Superba. « Una palese violazione dell’articolo 50 del decreto 81/08 che obbliga l’amministrazione a consultare prima i sindacati, se si cambiano i processi lavorativi», interviene il segretario regionale del Diccap, Claudio Musicò. Ma gli aspetti che più preoccupano il sindacato, sono due. « Il primo è che nella Zona Rossa è stato predisposto un piano operativo di emergenza per lo stop ai mezzi in corso Perrone e via 30 Giugno in caso i sensori sui piloni segnalino dei movimenti. Procedura che prevede l’intervento di due operatori che devono chiudere le strade entro 4 minuti, ma se nella postazione ce n’è solo uno, come è possibile rispettarla?». Il secondo punto riguarda invece i rischi che corrono i vigili a condurre un servizio in solitudine, che ” pone problemi non solo relativi agli aspetti infortunistici, ma anche a quelli psicosociali e a quelli relativi alle capacità decisionali dei lavoratori”, dice Musicò. Che aggiunge. « In passato almeno due lavoratori lasciati soli sono stati colpiti da malori e solo l’intervento fortuito di alcuni colleghi hanno evitato il decesso. Inoltre, ultimamente ci sono state diverse aggressioni. Se si lavora in solitudine, è necessario predisporre degli apparati che consentano di chiedere aiuto, ma al Comando di tutto questo non importa».
Da un mese a questa parte, il confronto tra sindacati e comandante è piuttosto acceso, con un dialogo che si è esteso al Prefetto e al segretario generale del Comune, Antonino Minicuci, chiamati a fare da conciliatori per scongiurare il primo sciopero indetto dai cantuné, che in condizioni di emergenza come quelle che vive Genova da cinque mesi sarebbe una mezza catastrofe. L’ordine di servizio di Giurato che ha fatto infuriare i sindacalisti riguarda i ” cambi turno” e gli straordinari. In pratica, Giurato ha ordinato di non abbandonare la postazione assegnata sino a quando non è assicurata la presenza del collega che deve dare il cambio. Il problema ravvisato dai sindacati è che, con la situazione del traffico cittadino congestionato, le attese al cambio turno arrivano anche a superare i trenta minuti. In questo contesto si inserisce la questione straordinari, che non vengono pagati perché c’è lo stato di agitazione, sia perché il Comune ha sforato il budget. Di fronte a quest’ordine di servizio, i rapporti si sono irrigiditi. In più si è sfilacciato anche quello tra Giurato e il sindaco Bucci, tanto si è paventata l’ipotesi di un cambio al vertice. «Il paradosso è che questa situazione del lavoro in solitudine si era già verificata il 24 dicembre — prosegue Musicò — e il comandante dopo la nostra segnalazione aveva assicurato che le postazioni sarebbero state garantite con due operatori. Ora c’è stato qusto dietro front che proprio non capiamo e che sembra una presa in giro. Stupisce anche il silenzio da parte di chi è deputato a controllare, l’assessore alla sicurezza Garassino, e quello al Personale, Viscogliosi, che non si pongono neppure il problema che un lavoratore solo in un punto isolato, può non essere in grado di chiedere aiuto in caso di malore».
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