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Via libera ai nuovi ospedali genovesi, mancano 300 medici

 

Accelerazione sul nuovo ospedale del Ponente a Erzelli, riorganizzazione del San Martino, avanti tutta sulla costruzione del Nuovo Galliera: la giunta regionale procede a marce forzate sulla riorganizzazione delle strutture ospedaliere di Genova. Edifici nuovi che, però, rischiano di rimanere vuoti: “In Liguria mancano 2000, tra medici e professionisti non medici – attacca Fulvia Veirana, segretaria generale della Funzione Pubblica Cgil Liguria – per effetto di Quota 100 in Liguria, si perderanno 1000 operatori sanitari, tra medici, infermieri, Oss e tecnici soltanto nel 2019. E ne abbiamo persi già 885 per i fisiologici esodi, nel 2018, un’ecatombe”.

I medici già mancanti, in Liguria, sono 268 (dati di Regione Liguria, 2018), ma il numero, quest’anno, è destinato ad aumentare, tra Quota 100 e pensionamenti: “L’età media dei medici è alta – ragiona Veirana – inoltre chi è in servizio, nel solo anno scorso, ha accumulato un monte ore di straordinario non recuperato che supera le 250.000 ore”. Veirana mette in chiaro che la Regione è molto al di sotto del tetto di spesa, imposto a livello centrale: “La Liguria ha le risorse per assumere nuovo personale: lo faccia”.
A fare infuriare Veirana contro l’assessora regionale alla Sanità, Sonia Viale, inoltre, è una delibera della giunta che potenzia, ulteriormente, Alisa: tutti gli uffici concorsi e gare delle cinque Asl saranno assorbiti dall’agenzia ligure della Sanità, accentrando di fatto le procedure concorsuali. “Questo nuovo potere di Alisa non fa che depauperare i territori, ovvero le Asl – dice Veirana – perché non potranno più scegliersi il personale adeguato alle necessità, ma sarà Alisa a decidere. Oltretutto con questa operazione la Regione scavalca ogni relazione sindacale, presentando la decisione dopo averla formalizzata, senza discuterne prima con le rappresentanze sindacali”.

Alisa finisce nel mirino dei sindacati, perché appare sempre di più, spiega Veirana, come un centro di potere che fa lievitare, invece di ridurli, i costi della Sanità regionale: “Alisa ha duplicato la spesa in figure dirigenziali: un commissario, un direttore amministrativo, un direttore sanitario e sei direttori sociosanitari sottraggono oltre due milioni di euro all’anno all’assistenza”, conta Veirana.

La carenza di personale, secondo la segretaria generale della Funzione Pubblica della Cgil è gravissima e “porterà il sistema al collasso – assicura – cominceranno a mancare servizi e gli ospedali liguri rischiano il declassamento. Stanno fiorendo, e la primavera non c’entra, i poliambulatori privati, fuori dal percorso pubblico”.

Anche la delibera regionale dei giorni scorsi che conferma la riorganizzazione ospedaliera preoccupa la Cgil perché, proprio al potenziamento di Erzelli, come polo oncologico, e che sarà costruito e gestito dai privati, in regime di privato convenzionato, sembra corrispondere una contrazione dell’ospedale San Martino, che rimane un’eccellenza.

“Questo tipo di scelte porta alla fine le eccellenze pubbliche e San Martino lo è ancora. Così, le eccellenze del Ponente, da Santa Corona a Savona, vengono depotenziate, si stanno svuotando e aumentano le fughe verso le strutture sanitarie piemontesi – elenca Veirana – e anche La Spezia è in difficoltà, continua ad attendere il nuovo ospedale, nel frattempo crescono le fughe verso la Toscana”. Servono almeno 1500 operatori del sistema sanitario regionale, in Liguria, entro il 2019, calcola la Cgil: “Altrimenti il sistema non terrà più”.

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