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Verona ospita il Festival del Futuro

Conclusa la seconda giornata del Festival del Futuro a Verona.

A Veronafiere seconda e conclusiva giornata del Festival del Futuro, promosso dalla piattaforma di studio e divulgazione scientifica Eccellenze d’Impresa, Harvard Business Review Italia e dal Gruppo editoriale Athesis. E’ l'”anno zero” di un format che si ripeterà a cadenza annuale nella città scaligera, dove, come ha annunciato nella giornata inaugurale l’ad del Gruppo Athesis, Matteo Montan, si terrà una vera e propria Fiera della tecnoligia, già battezzata “Experience the Future”.

App, robot-badanti, ma anche i surrogati sessuali tramite la tecnologia, al servizio di una società che invecchia a ritmo sempre più elevato. E’ il tema affrontato nella seconda giornata del Festival del Futuro, a Veronafiere. “Migliaia di applicazioni monitorano i parametri vitali fino ai pasti e al numero di calorie che ingeriamo – ha sottolineato Giuseppe Recchia, vicepresidente della Fondazione SmithKline – ma il 99% di queste tecnologie non hanno nessuna prova di efficacia scientifica. Oggi tuttavia ci sono nuove tecnologie che si basano sulla ricerca, ad esempio l’Apple iWatch 4, che contiene una app per identificare in modo precoce la fibrillazione atriale”. Odile Robotti, ad della società di consulenza e formazione Learning Edge, ricorda che “oggi si parla di ‘età super adulta’, che segue l’età adulta e precede la vecchiaia. Sempre più app e wearable technologies, dispositivi indossabili, si rivolgono ai bisogni degli young e middle-old: servono a migliorare la postura, rafforzare i muscoli e in sostanza continuare a fare quello che si faceva prima. Gli ‘oldest old’ con più di ottant’anni, hanno invece il desiderio di restare in casa propria nel modo più confortevole e sicuro possibile, e sempre più applicazioni lo fanno: ci sono robot che fanno compagnia, che a noi con la nostra cultura mediterranea forse fa un po’ impressione, la realtà virtuale utilizzata evitare l’isolamento, e magari visitare virtualmente i nipoti”. “Grazie a un finanziamento della Regione Veneto – ricorda Paolo Fiorini dell’Università di Verona – stiamo sviluppando degli ausili per l’ambiente domestico, mobili in grado di modificare la propria forma ispirandosi agli origami: tavoli che si possono alzare e abbassare, un letto che può passare da posizione distesa a eretta. La tecnologia può rispondere a diversi bisogni, anche i surrogati sessuali, tramite la robotica, possono avere nel futuro uno sviluppo per il mercato degli anziani”. Gabriele Cappellato, professore emerito di progettazione architettonica all’Università della Svizzera italiana, sottolinea infine che “nei paesi nordici è sempre più diffuso l’alloggio intergenerazionale, una modalità per rendere inclusiva la società ed evitare la creazione di ghetti per anziani”.

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