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Venezuela: la criptovaluta Petro prenotata in 127 paesi

Lo ha dichiarato il presidente del Venezuela Nicolàs Maduro parlando del Petro.

La criptovaluta Petro avrebbe ricevuto offerte per oltre cinque miliardi di dollari durante la fase di prevendita. Durante un incontro del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) nella Plaza Bolivar di Caracas, il presidente ha ribadito l’impatto positivo della criptovaluta. Non solo, avrebbe anche un impatto positivo sul rafforzare le riserve internazionali del paese.

In questo modo, il Petro, permetterà di “comprare tutto ciò di cui il nostro Paese ha bisogno”. Ma cos’è il Petro? Nient’altro che una criptovaluta sostenuta dalle risorse naturali del paese. Secondo Maduro, permetterà gli scambi in vlauta estera, nonstante le sanzioni economiche imposte dal 2015 dagli Stati Uniti.

Le offerte di acquisto sono state cifre da capogiro. Si parla di 127 paesi, 3.523 imprenditori e 83 mila persone fisiche. Il meccanismo dell’asta della criptovaluta sarà sostenuto da un sistema di tassi di cambio fluttuanti, il Dicom. Almeno stando al vicepresidente del paese Tareck El Aissami.

L’obiettivo è arrivare all’acquisto e alla vendita di materie prime attraverso le risorse digitali. Essenzialmente è stato lanciato sul mercato un Bitcoin alternativo per far camminare l’economia venezuelana sulle sue gambe. L’incremento dei prezzi, il crollo del Bolivar, la recessione che ha portato ad una crisi umanitaria e l’impossibilità i beni necessari hanno spinto il Venezuela a cercare fonti di sostentamento alternative.

 

Così si è giunti al fratello del Bitcoin, il Pedro. L’obiettiovo che si è posto Maduro è estremamente ambizioso. Non solo la criptovaluta dovrebbe risollevare la precaria economia del paese, ma anche combattere “il muro” imposto dagli Stati Uniti.

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