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Una donazione di rene ‘incrociata’ salva due pazienti

 

E’ stata la prima donazione samaritana di rene del 2019, l’ottava in tutto in Italia registrata dalla Rete nazionale trapianti, e ha permesso di attivare uno ‘scambio incrociato’ che ha portato due diversi pazienti a beneficiare del trapianto.

Tutto è partito dal gesto di generosità di un donatore che, in modo completamente libero e gratuito, ha offerto un rene alla collettività, senza uno specifico ricevente (questo si intende, appunto, per ‘donazione samaritana’). Il prelievo è avvenuto ad aprile al Policlinico di Milano e ha attivato un breve protocollo ‘cross-over’. L’organo è stato ricevuto da un paziente in cura presso il Policlinico di Bari, e uno dei familiari di quest’ultimo ha donato a sua volta un rene, poi trapiantato nei giorni scorsi al Policlinico San Matteo di Pavia su una persona iscritta nella lista d’attesa da donatore cadavere. Entrambi i trapianti sono tecnicamente riusciti, e le quattro persone coinvolte – donatori e riceventi – sono in buone condizioni di salute.

Dal 2015 ad oggi, secondo i dati del Centro nazionale trapianti, gli otto samaritani italiani hanno permesso la realizzazione di 26 trapianti di rene, grazie al coinvolgimento di 19 coppie di donatore/ricevente. Si tratta comunque di una scelta “eccezionale”, sottoposta al vaglio di “ben due commissioni di parte terza, una regionale e una nazionale, e infine da un Tribunale ordinario”, precisa il direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo. “Casi del genere sono un’ulteriore conferma che il trapianto da vivente è un’opportunità efficace e sicura sia per chi dona che per chi riceve l’organo: anche per questo stiamo lavorando a un piano nazionale per incentivare le donazioni tra consanguinei e tra persone con legame affettivo”, sottolinea.

Nel caso di donatori samaritani, tuttavia, chi dona non sa chi riceverà il suo organo, perché compie il suo gesto a favore della collettività, senza un ricevente prestabilito.

 

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