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Tremila bambini rischiano di non avere doposcuola e centri estivi

Solo a Cornigliano, raggiungono quasi quattrocento famiglie. In tutta Genova, oltre tremila

Sono un presidio e una risorsa per i minori e gli adolescenti del territorio, le attività della rete Let, sigla che sta per Laboratori di educativa territoriale: danno una mano ai ragazzini per i compiti con il doposcuola, aiutano a prevenire comportamenti a rischio nell’età più difficile. Combattono la dispersione scolastica, che in Liguria arriva al 29 per cento, due punti sopra la media nazionale. E in estate, sono una stampella per le famiglie che lavorano e non possono permettersi di portare i figli in vacanza. Eppure, questa rete preziosa con la fine dell’anno rischia di sfilacciarsi. Perché dopo continue proroghe, « senza un piano di riprogettazione e uno stanziamento di fondi dedicati, la possibilità che i Let si dissolvano diventerebbe concreta, e sarebbe un danno inestimabile », lancia l’allarme Andrea Viari, consigliere Pd del Municipio Medio Ponente e presidente della terza commissione. «La rete non resterà scoperta — ribatte l’assessora ai Servizi sociali Francesca Fassio — è oggetto di revisione. Stiamo preparando un patto di sussidiarietà con le varie realtà, e nel frattempo ci saranno altre proroghe. Non cancelleremo le esperienze pregresse, anzi: le rinnoveremo».
«Sul nostro territorio, molte famiglie sono in contatto con il distretto socio- educativo, e usufruiscono di questo servizio a prezzi ridotti, o gratuitamente — spiega Andrea Viari — ma con le continue proroghe, le associazioni non riescono a programmare a lungo periodo. Si naviga a vista».
L’attività dei Let, fino ad ora, è stata finanziata in parte attraverso risorse ministeriali e in parte dall’amministrazione comunale. Palazzo Tursi, infatti, insieme ad altre città italiane è stato selezionato per fruire del Fondo Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, istituito dalla legge 285 del ’97. «Il Comune di Genova integrava il fondo ministeriale, con una cifra che si aggirava in media sui 40 mila euro all’anno, a seconda della disponibilità » , ripercorre Viari.
Cosa è dunque accaduto? «Il bando per i Let veniva ridiscusso ogni due anni — continua Viari — l’anno scorso, alla scadenza, è stata concessa una proroga per poter proseguire per un altro anno. Se ne sarebbe dovuto riparlare a ottobre». Scaduta la proroga, Viari presenta una mozione in Municipio, e in parallelo Cristina Lodi — capogruppo Pd in Comune — solleva la questione attraverso un ordine del giorno in Comune. Viene così concessa una nuova proroga. Nel frattempo, si apre il dibattito sulla possibilità di creare un patto di sussidiarietà al posto della rete, ma fino ad ora nessun accordo è stato raggiunto.
L’ultima proroga, della durata di tre mesi, scadrà alla fine di dicembre. «Il punto — sospira Viari — è che queste realtà territoriali sono una importante cartina di tornasole a livello di politiche sociali. Senza la rete, alle famiglie verrebbe a mancare un servizio fondamentale: nel nostro territorio, in particolare, mancano centri aggregativi». L’assessora ai Servizi Sociali Francesca Fassio assicura: « Non verrà sgretolato tutto, anzi. Stiamo lavorando per analizzare l’attività delle tante realtà territoriali, e valutare quali sono le esperienze più interessanti replicabili in altri territori. La settimana prossima — anticipa Fassio — si terrà un incontro con coloro che vogliono partecipare alla rete, per confrontarci su come cambierà nei prossimi mesi. La mia intenzione è quella di arrivare a un patto di sussidiarietà tra Comune ed enti interessati: noi diremo quali sono i nostri obiettivi, e cercheremo un’intesa. Per me, le priorità su cui puntare sono le attività di doposcuola, e i centri attivi durante l’estate».
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