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Toti e la bufera social sul lockdown mirato esclusivamente agli anziani

Un lockdown “solo per anziani”, lasciando il resto degli italiani liberi di proseguire con le proprie attività. E’ una delle possibili soluzioni all’emergenza sanitaria in corso, inizialmente sussurrata nei giorni scorsi e ieri salita prepotentemente alla ribalta a causa di un tweet di Giovanni Toti finito nel ciclone.

Il tweet, in realtà, ha rappresentato una gaffe non da poco: il concetto, infatti, espresso in poche righe, era stato “tagliato” in modo tale da trasmettere tutt’altra idea. “Dobbiamo tenere conto che, su 25 morti, 22 erano molto anziani: persone non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese, che però dobbiamo tutelare”. E basta, senza spiegazioni. Così in tanti lo hanno inteso nel modo più diretto: “Per fortuna muoiono gli anziani, che non servono”. Apriti cielo: su Toti si è scatenata una tempesta di quelle epocali. “Colpa di un social media manager”, è poi emerso tra un chiarimento e l’altro. Ma ormai il danno era fatto.

Il concetto “completo”, affidato a Facebook e ai giornali, era decisamente diverso: poiché ad ammalarsi e morire sono soprattutto gli anziani, teniamo in casa solo loro. Sono pensionati (da qui l’ormai famigerato “non indispensabili allo sforzo produttivo”), quindi possono più facilmente restare in casa. E ci resterebbero comunque anche in caso di lockdown generalizzato. Meglio allora limitare il provvedimento a loro, lasciando libero l’esercito di giovani asintomatici di continuare la propria vita.

Una tesi che, man mano, ha iniziato ad attecchire tra chi, passata la “tempesta” del tweet, ha approfondito quale fosse realmente la proposta. Chiudere in casa solo alcuni, a una prima valutazione, sembra preferibile a rinchiudere tutti quanti. Chi “produce” coincide con chi difficilmente si ammala, e ancor più difficilmente in modo grave: lasciamo allora aperte case e aziende e “proteggiamo” solo i più fragili. Gli anziani.

Certo, anche loro muovono l’economia. E inoltre si creerebbe qualche disagio a chi conta sui nonni: in un lockdown totale le mamme sarebbero a casa coi figli, in questo scenario invece andrebbero a lavorare e quindi dovrebbero, magari, affidarsi ai babysitter. Tolti questi effetti collaterali, però, per il resto il lockdown “mirato” sembra sensato, tanto che in diversi sui social non hanno esitato a “difendere” Toti: condannando senza appello il tweet, ma appoggiando l’idea che si celava dietro.

 

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