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Terremoto e Dl Genova, Ceriscioli (Presidente Marche): “È da un anno che chiediamo quota sanabile a 20%”

“È necessario che il governo riprenda il dialogo con le Regioni. La voce dei territori deve essere ascoltata”

ANCONA – Il Decreto Genova sta creando diversi grattacapi al governo e alle opposizioni. In merito alla norma si è espresso ieri anche il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. Il governatore fa alcuni rilievi a proposito dell’art. 39 ter del Dl Genova che permette nei comuni colpiti dal terremoto del 2016 di condonare alla richiesta di contributo fino al 20% della cubatura esistente.

«E’ da un anno – afferma Ceriscioli – che chiediamo di portare al 20% la quota sanabile senza procedura per togliere le piccole difformità. Avevamo previsto questa percentuale in una legge regionale, emanata a inizio sisma che è la stessa dettata dal “piano casa”, perchè per sistemare una piccola difformità ci vogliono anche sei mesi e questi tempi scoraggiano i cittadini a mettersi in moto, rallentando molto la ricostruzione: ora la gran parte dei progetti può correre». «L’obiettivo vero – prosegue Ceriscioli – non è dare una mano a chi ha fatto abusi ma accelerare il percorso di ricostruzione su questo segmento. E’ un grosso ostacolo ma oggi il ritmo di 30 pratiche a settimana è insufficiente».

Nelle Marche la ricostruzione interessa 45mila edifici.

«Deve essere chiaro che questo tipo di semplificazione non inciderà su quel numero perché sta a monte, nella parte che seguono i comuni. – precisa il presidente – È necessario che il governo riprenda il dialogo con le Regioni. La voce dei territori deve essere ascoltata: è inutile prevedere questa misura se non si risolvono anche altri colli di bottiglia con il contributo di tutti i soggetti locali coinvolti nel sisma». «In un patrimonio edilizio che per la sua maggior parte ha piu’ di 40 anni e’ possibile che l’edificio realizzato sia differente rispetto a quello approvato allora sulla carta. Negli 87 comuni del cratere marchigiano – conclude Ceriscioli – gran parte delle aree è in montagna dove i valori al metro quadrato sono di 600-700 euro. Il valore di mercato e’ quasi sempre inferiore al costo di costruzione per realizzare lo stesso metro quadrato. Esclusi i centri più grossi come Ascoli o Macerata la gran parte dei centri del cratere e’ fatta di piccole realtà dell’entroterra in difficolta’ da prima del sisma. Non c’e’ nessuna speculazione, solo il desiderio di semplificare la procedura».

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