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Terni, niente recita natalizia perché “disturba le diverse culture religiose”

In una scuola di Terni è stata scartata l’idea di una recita natalizia perché “disturba le diverse culture religiose presenti nell’istituto”.

L’assessore comunale alla Scuola di Terni, Valeria Alessandrini, della Lega, denuncia una decisione presa dalla dirigente scolastica di un istituto del comune, dove è stata rigettata l’idea di una messa in scena di una recita natalizia in quanto, secondo l’assessore, “disturba le diverse culture religiose presenti nell’istituto”. La recita doveva consistere in un presepe vivente messo in scena dai bambini. “Mi auguro che ci sia un ripensamento in considerazione del rispetto di quei valori cristiani che fanno parte della nostra storia e del nostro patrimonio culturale”, ha detto Alessandrini. “Rispettare chi professa altre religioni non significa dover rinunciare per forza a riconoscere le nostre radici, anzi. Solo rispettando quello che siamo stati e, quindi, quello che siamo, riusciremo a far capire agli altri che ognuno è libero di professare la propria fede, ma è anche tenuto a rispettare la storia e la cultura del paese dove vive. Spero venga consentito a bambini e ragazzi dell’istituto di vivere e condividere con i compagni e i propri genitori i momenti più belli, intensi e significativi del Natale”.

La dirigente scolastica della scuola primaria nel centro di Terni, al centro della polemica, ha spiegato che “l’idea di realizzare nella nostra scuola un presepe vivente era soltanto un’ipotesi, dunque la questione è insussistente”. Inoltre, “il termine vietare è assolutamente inappropriato e il tema non dovrebbe essere all’ordine del giorno per un assessore”, dice la dirigente. “La nostra scuola è un esempio di tolleranza, rispetto e integrazione ed è sufficiente aprire l’homepage del sito della direzione didattica per notare che viene riportata la visita pastorale del vescovo Giuseppe Piemontese. In tutte le scuole della nostra direzione vengono fatti presepi e canti natalizi, dunque il rispetto è totale per tutte le sensibilità, anche religiose. Ma senza superare certi limiti e seguendo le regole base imposte dal principio di laicità della scuola”.

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