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Tentata rapina, il gioielliere di Grinzane è indagato

 

E’ finito nel sangue l’assalto ad una gioielleria di Grinzane Cavour, storico borgo della provincia di Cuneo. Due banditi sono morti, colpiti dai proiettili esplosi dal titolare del negozio che nel 2015 aveva già subito una violenta rapina, i loro corpi a terra nella centrale via Garibaldi, lungo la provinciale che collega Alba e Barolo.

Il complice è stato poi fermato: ferito da un colpo d’arma da fuoco ad una gamba, si è presentato nella notte all’ospedale Santissima Annunziata di Savigliano, piantonato dai carabinieri.

Mario Roggero, il gioielliere di 66 anni che ha reagito a un tentativo di rapina, è indagato dalla Procura di Asti per omicidio colposo ed eccesso di legittima difesa. “E’ un momento difficile per il mio assistito, straziato da quanto successo e per essersi trovato in una situazione drammatica”, spiega l’avvocato Stefano Campanello, che difende l’uomo. “Non abbiamo ancora ricevuto l’avviso di garanzia – precisa – ma il mio assistito ritiene comunque di aver fatto quanto necessario per salvare la sua vita e quella dei suoi familiari. E’ molto scosso”.

Il fatto è accaduto poco prima della chiusura della gioielleria Roggero, al civico 71 della via. Almeno cinque i colpi di pistola esplosi all’indirizzo dei malviventi, che sono morti a pochi metri dall’ingresso del negozio, uno in mezzo alla strada, l’altro all’angolo con una vita laterale. Sul posto l’intervento dei sanitari del 118 è stato immediato, ma per entrambi non c’è stato nulla da fare.

“Stavamo preparando i lavori del Consiglio comunale, quando abbiamo sentito gli spari in strada”, ha raccontato il sindaco Gianfranco Garau davanti al municipio, che si trova a due passi dalla gioielleria. “Mi sono spaventato e sono sceso a controllare – ha aggiunto il primo cittadino -. La situazione è ancora confusa. So solo che è stata presa di mira una famiglia onesta e per bene, ora sotto choc. Che pochi anni fa era già stata presa di mira, aggredendo violentemente il titolare, moglie e figlia. Una scena che purtroppo si è ripetuta, ma questa volta i banditi erano armati”.

La gioielleria di via Garibaldi era stata rapinata nel 2015. Era il 22 maggio quando due banditi, uno dei quali travestito da donna, si erano introdotti nel negozio, dove avevano legato il titolare, con delle fascette di plastica dopo averlo picchiato con violenza. Legate anche la moglie e la figlia, chiuse in bagno, prima di scappare con un ricco bottino di gioielli e di orologi di circa trecentomila euro. A dare l’allarme le due donne, dopo essere riuscite a liberarsi. Per guarire dalle ferite il gioielliere impiegò diverse settimane.

“Il mondo non è minacciato dalle persone che fanno il male, ma da quelle che lo tollerano”: questa frase del fisico tedesco Albert Einstein, con relativa foto, comparsa sul profilo Facebook del gioielliere Mario Roggero. Numerosi gli attestati di solidarietà che in queste ore stanno arrivando al gioielliere, che vive ad Alba, sui social, tra cui quello dell’assessore alla Sicurezza del Comune di Alba, Marco Marcarino (Lega) ha lanciato l’hashtag #iostoconroggero.

Massima solidarietà al gioielliere di Cuneo che ha difeso la sua attività lavorativa dopo che, secondo una ricostruzione, i malviventi avrebbero puntato le pistole contro i componenti della sua famiglia. La difesa è sempre legittima!”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

“Ieri la mia famiglia è stata coinvolta in un evento molto spiacevole. Il gioielliere di Gallo Grinzane che ha ucciso due rapinatori su tre per legittima difesa è mio padre. Nella difficoltà voglio rimanere aperta e fiduciosa, lucida e forte”. Lo scrive in un lungo post su Facebook Silvia Roggero, una delle quattro figlie del gioielliere. In un altro post la donna dice di avere “piena fiducia nella giustizia” e ringrazia “le persone che dai balconi hanno applaudito mio papà che ha difeso coraggiosamente mia mamma e mia sorella di fronte a un’arma da fuoco puntata con minacce di morte e di aggressione!”.

Era finta la pistola utilizzata dai banditi che ieri sera hanno fatto irruzione nella gioielleria di Grinzane Cavour scatenando la reazione del gioielliere. Sulla base della prima ricostruzione del fatto, i tre – armati di un coltello e della pistola poi risultata finta, priva del tappino rosso – avrebbero minacciato di morte il gioielliere, Mario Roggero, la moglie e la figlia, una colpita da un pugno e l’altra immobilizzata con fascette da elettricista, facendosi in tal modo consegnare numerosi gioielli. Al tentativo di appropriarsi anche del denaro in cassa, il titolare ha reagito sparando con la pistola legittimamente detenuta.

Gli approfondimenti investigativi proseguono al fine di chiarire l’esatta dinamica degli eventi, dando il massimo delle garanzie di partecipazione alle indagini a tutte le parti coinvolte“. Lo scrive il procuratore di Asti, Alberto Perduca, che coordina le indagini dei carabinieri della Compagnia di Alba e del Nucleo Investigativo di Cuneo sulla tentata rapina. “Nelle immediatezze del fatto, oltre ai rilievi tecnici eseguiti da personale dell’Arma, il pm e i militari hanno sentito il titolare della gioielleria, la moglie, la figlia nonché altre persone testimoni del fatto – aggiunge Perduca – Sono in corso di acquisizione le immagini delle videocamere funzionanti nell’area. Nelle prossime ore verrà dato incarico di consulenza autoptica e balistica”. Hanno 45 e 58 anni i due banditi uccisi nel tentativo di rapinare una gioielleria. Si tratta di Andrea Spinelli, 45enne di Bra (Cuneo) e di Giuseppe Mazzarino, 58enne di Torino, entrambi con precedenti. Il terzo, datosi alla fuga ferito e rintracciato all’ospedale di Savigliano, è Alessandro Modica, 34enne di Alba (Cuneo); nella notte è stato sottoposto a fermo di indiziato di tentata rapina ed è ora a disposizione degli inquirenti.

“Non provo niente. Mi spiace sia successo un fatto così, è molto brutto, ma o io o loro”. Mario Roggero parla così, ai microfoni del Tg1, della tentata rapina in cui ha ucciso due banditi e ferito un terzo. “Con la mano destra ho aperto la cassa, con la sinistra il cassetto in cui sapevo che c’era la mia arma – racconta l’uomo – e simultaneamente ci siamo trovati uno puntato contro l’altro. Ho dovuto… poi sono scappati”. L’uomo era già stato rapinato sei anni fa, nel 2015. In quell’occasione i malviventi lo avevano picchiato e imbavagliato.

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