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Taranto, incidente sul lavoro: muoiono due operai che non indossavano le protezioni. È allarme morti bianche

TARANTO – Taranto al centro delle cronache, ma questa volta non a causa delle vicende legate all’Ilva. Nel quartiere Tamburi si è infatti verificato questa mattina un incidente mortale che ha coinvolto due operai. Un cestello semovente, come quello utilizzato solitamente nei cantieri per le ristrutturazioni, si è staccato dal braccio piombando a terra e facendo precipitare nel vuoto, da un’altezza di circa 15 metri, gli operai che sono morti sul colpo.  Sul posto la Polizia di Stato e il personale del 118 che non hanno potuto fare altro che costatarne il decesso.

Le vittime, Giovanni Palmisano, 33enne titolare di un’azienda edile di Locorotondo (Bari), e Angelo D’Aversa, dipendente di un’altra azienda edile impegnata nei lavori di ristrutturazione dell’immobile sito in via Galeso, dove si è verificato l’incidente fatale, non indossavano i caschi di protezione né erano imbragati con le cinture di sicurezza. Accertamenti sono in corso sulle condizioni della piattaforma di sollevamento, se fosse stata o meno sottoposta a manutenzione e per quali ragioni l’ultimo tratto del braccio elevatore ha ceduto all’improvviso.

La Procura di Taranto ha avviato un’inchiesta per stabilire le cause dell’incidente.

Il terribile incidente accaduto a Milano nei primi mesi del 2018 ha semplicemente riacceso i riflettori sul fenomeno delle morti bianche ma non è servito affatto da insegnamento. Quello di oggi è l’ennesimo triste esempio. Da gennaio a settembre di quest’anno infatti le persone che anno perso la vita sul loro posto di lavoro sono state 834, l’8,5% in più rispetto alle 769 del 2017. Sessantacinque morti in più nei primi 9 mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il mese più nero è stato agosto. I dati Inail fotografano una situazione drammatica in aumento, nonostante si sia verificata una lieve diminuzione delle denunce di infortunio sul lavoro nel Nord-Ovest, al Centro (-2,0%), al Sud (-0,5%) e nelle Isole(-3,1%), e un lieve aumento nel Nord-Est (+0,4%).

I sindacati in rivolta manifestano disappunto e preoccupazione per l’ennesima vicenda dovuta al mancato rispetto delle norme di sicurezza. «Dall’inizio dell’anno ad oggi i morti sul lavoro sono circa 630, il 20% dei quali nei cantieri. Continuiamo a ripetere che serve una cultura della sicurezza che vada oltre la repressione, ma che abbracci sia la formazione che l’informazione. Su questi temi il governo dovrebbe coinvolgere le parti sociali e il sistema della bilateralità, molto diffuso in edilizia», ha commentato Stefano Macale, segretario nazionale Filca Cisl. Mentre per Paolo Capone, segretario generale Ugl, «dobbiamo lottare affinché ci siano più controlli e maggiore manutenzione dei macchinari che vengono utilizzati dalla forza lavoro». «Un strage senza fine nell’indifferenza dei più. Questa è una vera emergenza sicurezza che il Paese dovrebbe affrontare», commenta su Twitter Maurizio Martina, segretario dimissionario del Pd.  Teresa Bellanova, senatrice Dem e già viceministro Mise, sostiene: «La sicurezza sul lavoro non è un optional e non è un costo per le imprese. La sicurezza sul lavoro è garanzia della vita delle persone e del futuro delle aziende». «Rimaniamo costernati – dichiara l’arcivescovo di Taranto e presidente della commissione Cei “Problemi del lavoro”, Filippo Santoro, non ci stancheremo mai di pretendere che il lavoro sia sicuro, che vengano rispettate tutte le prescrizioni che spesso vengono ignorate o aggirate, cosa che in tanti casi i lavoratori sono costretti ad accettare a causa della necessita di garantirsi un reddito». La sicurezza sul lavoro non fa ancora parte del “dna” di tutte le imprese, commentano insieme Cgil, Cisl, Uil Taranto insieme ai sindacati di categoria Fillea, Filca e Feneal.

Gli stessi sindacati attendono l’incontro, già convocato da giorni, del 20 novembre in Prefettura dove si discuterà di un protocollo di sicurezza alla luce dei lavori infrastrutturali e impiantistici previsti a Taranto in diversi settori.

«L’incidente avvenuto a Taranto era evitabile e doveva essere evitato; sarebbe bastato osservare quegli accorgimenti di sicurezza e di buon senso che la legge impone per quel tipo di cantieri». Lo dichiara infine il presidente di Ance Puglia Nicola Bonerba che esprime «cordoglio e vicinanza alle famiglie dei due giovani lavoratori del settore edile». «E’ necessario investire nella formazione e nella cultura della sicurezza affinchè – prosegue – siano perseguiti i massimi standard e il rispetto delle regole in tutti i cantieri edili e in tutte le imprese, anche in quelle più piccole e non associate al nostro sistema come quelle impegnate nel cantiere di Taranto. Dobbiamo rafforzare l’idea che gli investimenti sulla sicurezza sono un valore aggiunto per le imprese e non un costo».

 

A cura di Giovanni Cioffi

 

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