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Taranto, i tre scenari per il futuro di Ilva. Parla Michele Emiliano

Emiliano: «Ieri ho consegnato al ministro per lo Sviluppo Economico Luigi Di Maio – e contestualmente al premier Giuseppe Conte e al ministro dell’Ambiente Sergio Costa – un documento nel quale si esaminano i diversi scenari per il futuro di Taranto»

TARANTO – “La Regione Puglia può offrire sulla vicenda Ilva di Taranto un contributo fondamentale in termini di competenze e conoscenze. Per questa ragione ieri ho consegnato al ministro per lo Sviluppo Economico Luigi Di Maio – e contestualmente al premier Giuseppe Conte e al ministro dell’Ambiente Sergio Costa – un documento nel quale si esaminano i diversi scenari per il futuro di Taranto». Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano all’indomani dell’incontro che si è tenuto al Mise, a Roma.

«Come noto, la scelta strategica su Ilva spetta esclusivamente al Governo nazionale – precisa il governatore pugliese – la Regione Puglia, alla luce dell’indirizzo che darà il Governo, intende collaborare lealmente per perseguire gli obiettivi primari della tutela della salute e dell’ambiente e la salvaguardia dei livelli occupazionali». Il governatore spiega che «gli scenari contenuti nel documento della Regione Puglia descrivono più possibilità di intervento e tengono conto dell’evoluzione del quadro autorizzativo del complesso siderurgico, delle ricadute sull’apparato economico e produttivo, anche in termini di indotto, dei riflessi sulle attivita’ logistiche, portuali e retroportuali e, più in generale, sull’assetto socio-economico-ambientale».

«Coinvolgere in questo approfondimento anche le istituzioni europee per la Puglia e’ di fondamentale importanza».

Il documento

Nel documento si evidenzia che “gli innumerevoli interventi legislativi (13 decreti legislativi), leggi e decreti, successivi ai due decreti AIA del 2011 e del suo Riesame del 2012, hanno di fatto costruito un quadro autorizzativo complesso e sui generis per l’Ilva di Taranto che, nel suo insieme e pur in presenza di gravi incoerenze interne (soprattutto sulle scadenze delle prescrizioni di volta in volta posposte), ha consentito l’esercizio dello stabilimento siderurgico anche in deroga alle principali prescrizioni ambientali e sanitarie, sancite dal Codice dell’Ambiente, con negative ricadute per la salute pubblica, oltre che in termini di sicurezza dei lavoratori e degli addetti e di public safety”. Secondo la Regione Puglia, in caso di quadro autorizzativo immutato, potrebbe essere integrato con misure prescrittive ulteriori, tali da non comportare necessariamente un annullamento dei provvedimenti fin qui gia’ conseguiti. In tale ottica la Regione propone una parziale riconversione del ciclo produttivo in sostituzione del ripristino dell’altoforno 5 ed una riduzione, del 50%, dell’assetto produttivo autorizzato da AIA. Sempre per la Regione Puglia l’attuazione di tale strategia è da considerarsi di breve periodo (tre anni), tempo che potrebbe ridursi sensibilmente ove il Governo decida di abrogare i 13 Decreti vigenti e decida di incidere sull’attuale assetto produttivo.

In particolare, in vigenza dei decreti AIA, è possibile proporre misure integrative, mitigazioni e compensazioni, nonche’ la decarbonizzazione in regime di utilizzo del gas come combustibile transitorio (cosiddetto “Scenario Zero“).

Uno scenario intermedio si realizzerebbe nell’ipotesi di abrogazione dei 13 Decreti legislativi emanati dai precedenti Governi. In tale prospettiva la Regione chiede di prevedere l’utilizzo di combustibili differenti dal carbone, e quindi l’introduzione della piena decarbonizzazione, consentendo un sostanziale revamping tecnologico ed impiantistico. Si garantirebbero così l’assetto produttivo ed un business plan industriale di tipo “quantitativo”, sempre al 50% del livello produttivo autorizzato, basato sull’utilizzo del gas (combustibile di transizione) e dell’idrogeno (fonte energetica non fossile), cosiddetti sistemi ibridi.

Un terzo scenario è stato formulato nell’ipotesi di riconversione integrale del ciclo di produzione dell’acciaio e per essere attuato presuppone tempi piu’ lunghi e comunque non inferiori a cinque anni. Perché si realizzi è necessaria l’abrogazione dei 13 Decreti emanati e anche una modifica sostanziale dell’assetto produttivo con passaggio ai cosiddetti acciai di qualità, quali ad esempio acciai speciali, acciai intelligenti, nanotecnologie. In tal caso si avrebbe una produzione “green-oriented”, di tipo “qualitativo”, dove la qualità dell’acciaio consente di ridurre notevolmente i quantitativi prodotti, e l’eliminazione totale dell’attuale area a caldo, ovvero parchi minerari, cockerie, agglomerato, altoforni. Il tutto mantenendo un rapporto sostenibile costi/benefici e con un piano occupazionale che prevede il mantenimento dei livelli attuali interni e dell’indotto anche attraverso le attività di dismissione impianti e bonifiche ambientali.

Intanto Michele Emiliano parteciperà domani a Bruxelles al workshop “L’Europa oltre il carbone, il futuro per Taranto”, nella sala A3H1 del Parlamento Europeo a Bruxelles, evento curato dalla Regione Puglia e promosso dall’europarlamentare Andrea Cozzolin.

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