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Spinea: parroco sperpera le offerte al casinò

Don Flavio, parroco di Spinea, si gioca le offerte al casinò.

Sembra una situazione paradossale, invece è avvenuta realmente a Spinea, provincia di Venezia. Tutto è iniziato nel 2016, quando una nota ffissa fuori dalla parrochia diceva: «Don Flavio interrompe da oggi il suo servizio in parrocchia: una situazione di affaticamento e logoramento lo ha convinto a chiedere ai superiori un periodo di riposo».

La storia dietro però era ben più grave. Il parroco è affetto da ludopatia, ovvero la malattia del gioco d’azzardo. Per poter continuare a giocare al casinò, aveva iniziato a puntare i soldi delle offerte della parrocchia. Sarebbe arrivato ad una somma di 500mila euro.

Ovviamente questa situazione non sarebbe potuta proseguire all’infinito. Nei giorni scorsi, Don Flavio ha patteggiato davanti al gip David Calabria due anni con sospensione della pena.

Non solo, è avvenuto anche un patteggiamento con la Diocesi di Treviso. Il sacerdote ha infatti iniziato a restituire i soldi spesi al casinò.

Inoltre, il vescovo di Treviso Gianfranco Agostino ha fatto sapere che: «Don Flavio Gobbo, in questo periodo di sospensione del ministero concordato con il vescovo è sempre rimasto in contatto con i suoi superiori e con i suoi confratelli sacerdoti che non lo hanno mai abbandonato, offrendogli l’aiuto e il sostegno necessario.

Egli ha accettato sin da subito di sottoporsi ad un impegnativo programma terapeutico riabilitativo in un centro specializzato per curare una forma patologica di disturbo da gioco d’azzardo, una dipendenza che può coinvolgere chiunque.

Questa patologia è molto più diffusa di quanto si possa pensare o si voglia riconoscere. Una volta riconosciuta, essa necessita di un aiuto specialistico e di un contesto umano e comunitario di supporto.

Infatti, è tipico negare o minimizzare il problema e illudersi di uscirne da soli. In questo lungo e faticoso percorso, don Flavio è stato sostenuto principalmente dalla preghiera. Non solo, ma anche dalla volontà di tornare presto a svolgere il suo ministero nel quale non ha mai smesso di riconoscersi».

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