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Slovenia, avanti con una forza Ue da almeno 5mila unità

 

L’iniziativa del battaglione europeo “non è stata attivata perché manca l’unanimità. Per questo, con gli altri ministri, discutiamo di un meccanismo a maggioranza.

I Paesi volenterosi potranno così agire a nome dell’Ue, senza forzare gli altri”. Lo spiega il responsabile della Difesa sloveno (presidenza di turno Ue), Matej Tonin, a margine della riunione informale Ue.
Il punto di “partenza” è una forza “di 5mila unità, da ampliare anche a 20mila, a seconda della discussione”. Secondo il ministro ci sarebbe l’assenso di un numero di Paesi vicino alla maggioranza . L’accelerazione sull’iniziativa, dopo un lungo stallo, è frutto della “lezione afghana”.
Secondo quanto spiegato dal ministro, “sarebbero le istituzioni Ue a decidere quando attivare le truppe”.
“La Slovenia sostiene questa idea – evidenzia Tonin – perché vogliamo che l’Ue sia un attore globale sulla scena internazionale. Per esserlo occorrono tre cose: una difesa efficace, una diplomazia che parli con una voce sola, ed un’economia forte. In questo momento abbiamo solo un’economia forte, e dobbiamo lavorare sugli altri due punti”.
“Dopo la lezione dell’Afghanistan credo sia chiaro che dobbiamo agire velocemente”. Da questa crisi “abbiamo imparato lezioni importanti e dobbiamo fare in modo che gli errori non si ripetano” ad esempio “in Sahel”, dove una crisi “potrebbe avere conseguenze anche più importanti sull’Europa”

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