A siena è stato effettuatoun trapianto di cuore in delle condizioni che ormai sembravano disperate.
30 professionisti hanno lavorato no stop nella tra sabato e domenica per portare a termine un trapianto di cuore “a cuore fermo”.
In altre parole, con il cuore che non batteva più. Al trapianto hanno partecipato professionisti di tutte i vari rami: pronto soccorso, rianimazione, sala operatoria, cardiochirurgia, chirurgia dei trapianti e coordinamento donazione.
Un grande lavoro di coordinazione al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena. Ma come si è arrivati a questa operazione? Una paziente è arrivata al pronto soccorso in arresto acrdiaco e non si riprendeva più.
A questo punto è stato avviato l’iter per la odnazione di cuori e tessuti a cuore fermo. Sabino Scolletta, direttore dell’Uoc Rianimazione e Medicina Critica e referente per le emergenze interne dell’AOU Senese , ha spiegato che: “La pazienteè stata sottoposta ad Ecmo, cioè è stata utilizzata una macchina particolare che, grazie al lavoro dei perfusionisti, si sostituisce al cuore e ai polmoni consentendo l’ossigenazione di tutti gli organi mediante la circolazione sanguigna extracorporea. Sono state così attivate le procedure di prelievo d’organo con le diverse équipe chirurgiche a lavoro.
Nella procedura standard il prelievo di organi è effettuato a cuore battente, perché il donatore è in morte cerebrale; in questo caso invece è stato il cuore ad essersi fermato e gli organi sono stati preservati grazie alle procedure di perfusione extracorporea con Ecmo”.
Così è stato possibile donare cornee, reni e cute. Un intervento straodinario nel suo genere, che aprirà le porte a tanti altri interventi simili.