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Il servizio pubblico nono garantisce abbastanza cannabis per le cure

Non c’è abbastanza cannabis per le cure: chi ne ha bisogno deve coltivarla in casa.

Il servizio pubblico nono garantisce abbastanza cannabis per le cure, costringendo chi ne ha bisogno ad avere le piantine in casa. La denuncia arriva dall’Associazione Luca Coscioni e dai Radicali, che hanno portato alla luce il problema di Walter De Benedetto e di tutte quelle persone che, come lui, hanno bisogno della cannabis per motivi medici.

Walter lancia un appello in cui spiega: “La mia è una storia di negazione del diritto alla salute e di accesso a terapie consentite nel nostro Paese per, tra l’altro, curare il dolore grazie alla cannabis. Un dolore che non aspetta. Da anni ho trovato conforto terapeutico nella cannabis, ma da tempo non riesco a ottenere la quantità che mi occorre per affrontare il dolore che quotidianamente mi accompagna.

La scarsità dei prodotti è dovuta a una crescente domanda a cui l’Italia non è riuscita a corrispondere con la produzione nazionale o le importazioni. Siamo in migliaia a doverci confrontare tutti i giorni con questa mancanza, rispondendo come possiamo, arrangiandoci, spesso grazie alla solidarietà fattiva di amici e parenti o di associazioni, per non dovere soffrire le pene dell’inferno perché il dolore non aspetta.

Caro Presidente Conte, cari Ministri della Salute e della Difesa, cari Parlamentari tutti, in queste ore in cui state definendo la legge di bilancio Vi chiedo, Vi chiediamo, di prevedere ulteriori finanziamenti in questo senso, come chiede anche l’Organizzazione mondiale della sanità”.

 

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