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Sedicenne uccisa: il legale della famiglia, non c’è follia, killer di disumana ferocia e lucido

 

Diverse centinaia di persone hanno partecipato con fiaccole e candele all’iniziativa organizzata a Monteveglio, in ricordo di Chiara Gualzetti, la sedicenne uccisa nel parco dell’Abbazia domenica 27 giugno. Il gruppo si è ritrovato davanti al municipio ed è sfilato per le vie del paese, fino ad arrivare al luogo a ridosso della collina dove è stato trovato il cadavere della ragazza.

Tante persone piangevano.

“Io mi affido alla giustizia, io ho fede nella giustizia, io voglio giustizia per mia figlia”, ha detto Giusi, la madre di Chiara, alle centinaia persone commosse che hanno partecipato alla fiaccolata. “Io e mio marito vi ringraziamo tutti per questo abbraccio che ci avete dato, per la forza che ci date. Io non ho mai parlato con nessuno perché se ne avessi parlato la scomparsa di Chiara diventava vera. Preferivo arrabbiarmi con tutti. E invece dobbiamo accettarlo. Voi ci state dando la forza per farlo. Vi ringrazio tutti quanti”, ha aggiunto.

“Io non mi vergogno di chiedervi di avervi ancora così vicino perché ci sia giustizia piena per mia figlia. Chiederò probabilmente aiuto a tutti perché mia figlia abbia la giustizia con la ‘g’ grande”, ha detto Vincenzo Gualzetti, il padre di Chiara. L’uomo ha anche ringraziato le autorità “per il grande cuore dimostrato”.

“Non c’è follia. Dalla ricostruzione degli eventi una persona cha ha la lucidità di cancellare le chat, di tornare a casa e di rispondere al cellulare come se nulla fosse accaduto è poco compatibile con la follia”. Lo ha detto l’avvocato Giovanni Annunziata, che assiste la famiglia di Chiara.

Per il giovane indagato è stato convalidato il fermo e disposta la custodia cautelare. Lo ha deciso il Gip del tribunale per i minorenni di Bologna, accogliendo le richieste della Procura, all’esito dell’udienza. Il giudice ha anche confermato l’aggravante della premeditazione.

Chiara è stata “colpita ripetutamente” dall’amico sedicenne con una serie di fendenti “portati sia di punta che di taglio” con un coltello da cucina. È questa la ricostruzione della Procura per i minorenni di Bologna che con il pm Simone Purgato contesta al giovane l’omicidio volontario premeditato. L’aggravante deriva dal fatto, secondo l’accusa, che l’azione è stata concertata nei giorni precedenti e che l’indagato ha portato con sé un coltello. Tutto sarebbe successo, secondo l’imputazione provvisoria e in attesa dell’autopsia, intorno alle 10 di domenica 27 giugno.

Davanti al Gip il sedicenne ha ribadito le dichiarazioni fatte nell’interrogatorio davanti agli inquirenti, nelle quali aveva confessato il delitto. La madre è rimasta in silenzio, al suo fianco il legale che ha ribadito la volontà di non dire nulla. “Sono ancora in una bolla”, aveva detto prima di entrare.

“Sicuramente Chiara si fidava di lui. È praticamente un amico di famiglia. Un ragazzo che ha fissato un appuntamento, come mi raccontava il padre ieri sera, è andata a prenderla a casa. Quale migliore condizione di serenità per un genitore sapere che la figlia va a fare un giro accompagnata da un amico. Se questa è la premessa nessun genitore potrebbe mai immaginare un epilogo di questo tipo. È disumano immaginare una cosa del genere. Non è un comportamento umano”, ha detto l’avvocato Giovanni Annunziata, che assiste la famiglia Gualzetti. “È un atto che non può essere assolutamente commentato, se non con il capo di imputazione. Per fortuna il capo di imputazione ripercorre in modo preciso la condotta dell’indagato – ha aggiunto il legale – Ci sono delle aggravanti rassicuranti per le persone danneggiate, in questo caso i genitori”.

Sul corpo di Chiara l’autopsia sarà eseguita domani, primo luglio. A Monteveglio è lutto cittadino.

 

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