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Secondo gli inquirenti, Sy voleva fare una strage

I Carabinieri di Milano vanno avanti nelle indagini sul caso del bus dato alle fiamme con all’interno 50 bambini, due insegnanti e una bidella.

I pm Alberto Nobili e Luca Poniz coordinano le indagini dei Carabinieri di Milano in merito alla vicenda di Ousseynou Sy, l’uomo che il 20 marzo prese in ostaggio 50 bambini, due insegnanti e una bidella a San Donato Milanese, per poi dare fuoco al pullman. Secondo gli inquirenti, le intenzioni dell’autista erano quelle che si sospettavano: voleva fare una strage sulla pista di Linate. Tra le imputazioni per Sy c’è anche l’accusa di strage aggravata dalle finalità terroristiche, per cui rischierebbe l’ergastolo. Sembra ormai valida l’ipotesi che Sy agisse da solo, svincolato da reti terroristiche consolidate, come un “lupo solitario”.

L’imputato continua a ripetere che non aveva intenzione di “fare male a nessuno”, e nell’ultimo interrogatorio ha chiesto “scusa, perdono”. Gli investigatori però hanno appurato che il giorno prima della vicenda, Sy aveva riempito due taniche di benzina, per un totale di 100 litri. Tra i momenti di paura di quel giorno sono emersi due giovani eroi, Ramy Shehata e Adam El Hamami, che alcuni vorrebbero premiare con la cittadinanza per meriti speciali. Inoltre, il Ministro dell’Interno consegnerà la medaglia d’oro al valor civile alla scuola media statale Giovanni Vailati perché “con straordinario coraggio ed eccezionale spirito di iniziativa il personale docente e non docente e i 51 studenti fronteggiavano il conducente dell’autobus”.

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