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Sea watch, il procuratore di Agrigento: ‘Non provato accordo con trafficanti’

 

Il comportamento del vicepremier e ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, sulla questione dei migranti “non è accettabile“. Nuovo attacco di Parigi all’Italia sulla vicenda Sea Watch. La portavoce del governo francese, Sibeth Ndiyaye, intervistata questa mattina da BFM-TV sul caso, ha anche affermato che l’Italia non è stata “all’altezza” sull’accoglienza dei migranti. Esistono delle norme marittime e queste norme marittime – ha detto Sibeth Ndiaye – ci dicono che quando ci sono persone in pericolo in mare, vanno depositate nel porto più vicino e più sicuro. E in questo caso si tratta di porti italiani”. “Il mio comportamento sull’immigrazione è inaccettabile? Il governo francese la smetta di insultare e apra i suoi porti, gli italiani hanno già accolto (e speso) anche troppo. Prossimi barconi? Destinazione Marsiglia”, replica il ministro dell’Interno Matteo Salvini replicando alle critiche della portavoce del governo francese.

Intanto, in audizione alla Camera il procuratore di Agrigento ha evidenziato sul caso Sea Watch che: “Non è stato fino ad ora provato il preventivo accordo tra trafficanti di esseri umani ed ong. Che non deve essere limitato ad un semplice contatto, tipo una telefonata, ma deve esserci una comunicazione del tipo: ‘stiamo facendo partire migranti, avvicinatevi e prelevateli'”.

La Germania nel frattempo ha fatto sapere che accoglierà un terzo dei migranti a bordo della Sea Watch. Lo riferisce lo Spiegel online. Si tratta di una dozzina di persone. Più volte era stato comunicato da diverse città ed istituzioni locali tedesche la disponibilità ad accogliere alcuni dei migranti a bordo della nave. Tuttavia, fino ad ora il governo aveva auspicato il raggiungimento di un accordo a livello europeo. Evidentemente, da parte del ministero dell’Interno di Berlino c’è stato un via libera in seguito anche alle trattative che si sono svolte al margine del Consiglio Europeo di Bruxelles.

Proseguiremo le operazioni di salvataggio in mare, hanno assicurato nel frattempo i responsabili della Sea Watch durante un conferenza stampa. “Serve una soluzione politica in modo che situazioni del genere non tornino a ripetersi”, ha detto il portavoce Ruben Neugebauren. Ed ha aggiunto: “Siamo molto delusi dal governo tedesco e dall’Europ

Intanto ieri si è tenuto l’interrogatorio di convalida degli arresti domiciliari per la comandante della nave, Carola Rackete.

Ho agito per stato di necessità, i migranti minacciavano il suicidio, non potevo attendere oltre. Per giorni ho chiesto alle autorità un porto sicuro, ma non ho mai avuto risposta”. Davanti al Gip di Agrigento, la capitana Carola Rackete ha rivendicato ogni scelta fatta dal 12 giugno, il giorno che a 47 miglia dalla Libia ha soccorso una sessantina di migranti, fino alla notte del suo arresto, 17 giorni dopo, quando per l’ennesima volta ha violato i divieti della Guardia di Finanza ed ha attraccato di forza al molo di Lampedusa. E, come aveva già fatto rivolgendosi direttamente ai finanzieri, ha confermato che non aveva intenzione di far male a nessuno: “mi ero resa conto dell’ormeggio in banchina della motovedetta ma credevo sinceramente che i finanzieri si spostassero mentre io mi avvicinavo. Ho commesso un errore, non volevo colpirli”.

La Sea Watch in porto Lampedusa, arrestata la capitana

L’interrogatorio della capitana della Sea Watch è durato poco meno di 3 ore: Carola è arrivata in tribunale ad Agrigento direttamente da Lampedusa, dove era ai domiciliari, con una motovedetta della Gdf che l’ha sbarcata sul molo di Porto Empedocle. E ha risposto al giudice, dicono gli stessi pm al termine, in maniera “collaborativa, serena ed estremamente lucida”.

Il procuratore Luigi Patronaggio e l’aggiunto Salvatore Vella hanno chiesto la convalida dell’arresto sia per la violazione dell’articolo 1100 del codice della navigazione, atti di resistenza con violenza nei confronti di una nave da guerra, sia per resistenza a pubblico ufficiale. La procura ritiene che la manovra che ha provocato lo “schiacciamento” sulla banchina della motovedetta sia stata fatta “con coscienza e volontà”.

Non c’era uno stato di necessità poiché la Sea Watch aveva ricevuto, nei giorni precedenti, assistenza medica ed era in continuo contatto con le autorità militari per ogni tipo di assistenza” ha spiegato Patronaggio. Il procuratore ha anche precisato che lo stato di necessità invocato per il salvataggio dei migranti sarà invece al centro dell’altro fascicolo sulla vicenda, quello in cui la comandante è indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per il quale sarà sentita nei prossimi giorni. In questo caso i pm verificheranno se i porti libici possono ritenersi sicuri, se la zona sar libica sia efficacemente presidiata e, soprattutto, se vi siano stati contatti tra i trafficanti di esseri umani e la Sea Watch.

Al momento, aggiunge ancora Patronaggio, è sufficiente per Carola il divieto di dimora in provincia di Agrigento, in particolare nei porti di Lampedusa, Licata e Porto Empedocle. “Abbiamo ritenuto, in relazione alle circostanze di questo caso e alla personalità del soggetto, che tale misura sia idonea a salvaguardare eventuali ulteriori esigenze cautelari”. Carola tornerà dunque in libertà già forse oggi anche se dovrà ripresentarsi ad Agrigento il 9 luglio per l’interrogatorio davanti ai pm. “Espelleremo la ricca fuorilegge tedesca” ha ribadito Matteo Salvini che, subito dopo la decisione del gip, si dice pronto ad allontanare per motivi di sicurezza la giovane capitana della Sea Watch con l’accompagnamento in Germania. Il ministro ha anche riunito i tecnici al Viminale affinché valutino gli emendamenti al dl sicurezza bis per raddoppiare le sanzioni previste, anche alla luce del caso Sea Watch. La misura dell’allontanamento della donna rischia però di non poter essere attuata visto che la procura non ha firmato il nulla osta richiesto dal prefetto. Per il ministro, comunque, le parole di Patronaggio “sono chiarissime: la fuorilegge merita il carcere”. Intanto l’inasprirsi del botta e risposta tra Italia e Germania sulla sorte di Carola ha spinto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad intervenire. ”

Serve “un abbassamento generale dei toni che consenta di affrontare con maggiore serenità e concretezza la questione” dei migranti: ha detto irispondendo ad una domanda sulla Sea Watch da Vienna.

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