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Salvini chiude i porti ai migranti, ma i sindaci non ci stanno

Salvini e Toninelli, rispettivamente ministro dell’Interno e dei Trasporti, hanno deciso di chiudere i porti italiani alla nave Aquarius, con 629 migranti.

Scruta severa lo sguardo dello spettatore la foto di Matteo Salvini, accompagnata dall’hashtag “Chiudiamo i porti”. La foto è stata pubblicata sui social poco dopo la notizia che il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, in accordo con il ministro delle Infrastrutture Toninelli, aveva impedito alla nave Aquarius di approdare nei porti italiani.

La nave Aquarius è una nave per il salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. È gestita congiuntamente dalle organizzazioni SOS Méditerranée e Medici Senza Frontiere, Può trasportare fino a 500 persone e batte bandiera di Gibilterra. Al momento, a bordo dell’Aquarius ci sono 629 migranti: 123 minorenni da soli, 11 bimbi e 7 donne incinte.

“Nel Mediterraneo ci sono navi con bandiera di Olanda, Spagna, Gibilterra e Gran Bretagna, ci sono Ong tedesche e spagnole, c’è Malta che non accoglie nessuno, c’è la Francia che respinge alla frontiera, c’è la Spagna che difende i suoi confini con le armi, insomma tutta l’Europa che si fa gli affari suoi. Da oggi anche l’Italia comincia a dire NO al traffico di esseri umani, NO al business dell’immigrazione clandestina. Il mio obiettivo è garantire una vita serena a questi ragazzi in Africa e ai nostri figli in Italia”, scrive Matteo Salvini su Facebook.

La svolta del governo Conte in tema di immigrazione, l’appello italiano a Malta.

Domenica sera, poco dopo le 22:30, SOS Méditerranée twitta un aggiornamento. L’Aquarius ha ricevuto istruzioni dal Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo Italiano di fermarsi nella posizione attuale. Adesso la nave si trova a 35 miglia nautiche dall’Italia e a 27 miglia nautiche da Malta.

Dopo la nota congiunta di Matteo Salvini e Danilo Toninelli, in cui si annunciava la negata autorizzazione alla nave Aquarius di attraccare, e ai suoi passeggeri di sbarcare, l’Italia si è rivolta al governo maltese. Salvini ha mandato una lettera a Malta per spiegare che sono loro “il porto sicuro più vicino”, e che l’Italia smetterà di farsi carico delle responsabilità altrui.

“Questa sera a Palazzo Chigi si è tenuto un vertice assieme a Luigi Di Maio e Matteo Salvini durante il quale si è discusso delle emergenze di queste ore sul fronte immigrazione alla luce della vicenda Aquarius”, scrive Giuseppe Conte. “Al premier maltese Joseph Muscat – che ho contattato personalmente – ho chiesto in maniera esplicita di farsi carico almeno del soccorso umanitario delle persone in difficoltà che si trovano sull’Aquarius. Muscat, pur comprendendo la situazione, non ha assicurato però alcun intervento. Si conferma l’ennesima indisponibilità di Malta, e dunque dell’Europa, a intervenire e a farsi carico dell’emergenza”.

A livello nazionale la chiusura, ma a livello cittadino i sindaci aprono le porte, e i porti.

Può essere solo simbolica l’apertura dei porti da parte dei sindaci di Napoli, Palermo, Taranto, Messina e Reggio Calabria. “Se un Ministro senza cuore lascia morire in mare donne incinte, bambini, anziani, esseri umani, il porto di Napoli è pronto ad accoglierli. Noi siamo umani, con un cuore grande. Napoli è pronta, senza soldi, per salvare vite umane”, twitta il sindaco di Napoli Luigi De Magristris.

“La città che a partire dal proprio nome è “tutta un porto”, è stata e sarà sempre pronta ad accogliere le navi, civili o militari che siano, impegnate nel salvataggio di vite umane nel Mediterraneo”. Così il primo cittadino di Palermo Leoluca Orlando, che sottolinea come questa mossa del governo sottolinei la “natura culturale dell’estrema destra leghista”. Secondo Orlando, è proprio il ministro dell’Interno a “violare la legge internazionale, quella che impone come priorità assoluta il salvataggio delle vite umane”.

I sindaci delle città direttamente interessate sembrano uniti nella preoccupazione per le vite umane che l’Aquarius cerca di salvare. “Di fronte a 629 persone, fra cui 11 bambini e 7 donne incinte, noi restiamo umani”, scrive Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria. “Lo diciamo chiaramente: anche oggi Reggio Calabria si rende disponibile ad accogliere chi salva vite umane in mezzo al mare”, dice il sindaco. E aggiunge che “il nostro cuore è grande, più grande di chi vuole speculare senza un briciolo di umanità”.

Anche Messina e Taranto si schierano contro i “diktat”, dalla parte dei migranti.

Anche l’Amministrazione del sindaco uscente di Messina Renato Accorinti “dichiara la sua disponibilità immediata perché la nave “Aquarius” possa attraccare, “a dispetto del diktat del ministro Salvini”. “È dovere primario accogliere e ad una politica disumanizzante ci contrapponiamo con una politica fatta di diritti e di valore delle persone”, perché “l’essere umano è sacro a prescindere dal colore della sua pelle e del suo paese d’origine”.

Arrivano infine le dichiarazioni di apertura da parte del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci. A detta del sindaco, Taranto “è da sempre terra di accoglienza, non so davvero come si possano respingere 629 vite umane”. La città “è pronta ad abbracciare ogni vita in pericolo, senza se e senza ma”. Melucci sottolinea la necessità di “distinguere il giudizio politico dalle questioni tecniche. Come è noto secondo queste ultime, dopo la riforma del sistema portuale del ’94, i sindaci non hanno più alcuna competenza diretta sulla gestione di banchine e operatività degli scali. Motivo per cui attendiamo di comprendere quali provvedimenti il governo trasmetterà alle Authority italiane sulla materia delle immigrazioni. D’altronde in mare vigono leggi e consuetudini internazionali che non si possono cancellare con una semplice circolare”.

Anche le altre forze politiche si schierano dalla parte della vita, Fratelli d’Italia sta con il governo.

“L’Europa deve battere un colpo, questa vicenda dimostra che siamo stati lasciati soli. Mentre noi siamo stati disposti per anni ad accogliere migliaia di migranti, Malta non è disponibile ad accogliere centinaia. Questa Europa non è solidale e o l’Ue diventa solidale o è un problema per il Paese”. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio al termine del vertice a Palazzo Chigi. “Spero che le massime autorità intervengano e ci diano una mano”, aggiunge Di Maio nel suo appello alla Comunità Europea.

“Salvini chiude i porti. Poi chiuderà le strade. Poi ci chiuderà in casa. Dopodiché, quando non avrà più nulla da chiudere se non i suoi vergognosi profili social, avrà raggiunto il suo obiettivo: un Paese isolato, riportato ai tempi di sua nonna”. Queste le parole di Laura Boldrini, deputata di Liberi e Uguali, su twitter.

Anche il Partito Democratico critica la decisione dei ministri Toninelli e Salvini, e la linea del governo sulla questione Aquarius. Il capogruppo alla Camera dei dem, Graziano Delrio, parla direttamente al suo successore alle Infrastrutture. “Il ministro Toninelli, che è il ministro del mare e dei porti, difenda la priorità del rispetto della vita e dell’umanità e non prenda ordini da Salvini. È sua competenza e responsabilità. Intervenga il presidente Conte che può finalmente mostrare di essere a capo del governo”.

Da una parte, per Giorgia Meloni “l’unica soluzione è il blocco navale al largo delle coste libiche per impedire ai barconi di partire”, perché “l’Africa in Italia non ci sta” e “non ci sta neppure dentro l’Unione Europea”. Dall’altra, il Partito Democratico invita a evitare “bracci di ferro tra Paesi. Si rischia grave crisi umanitaria. Presidente Conte intervenga subito”.

Di A.C.

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