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Salute: Riccardi, report effetti pandemia mostra resilienza Fvg

Udine, 30 giu – “La comunità del Friuli Venezia Giulia ha
risposto in maniera collettiva alla pandemia, sviluppando
resilienza, mostrando tenuta e rivelandosi forte: durante questi
due difficili anni si è sviluppata naturalmente una vera e
propria alleanza della società, stretta in particolare attorno al
sistema sanitario della nostra Regione, quello più messo alla
prova”.
Lo ha messo in evidenza il vicegovernatore del Friuli Venezia
Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, nel commentare
i dati del report “Salute, stili di vita e benessere. L’impatto
della pandemia da Covid-19 in Friuli Venezia Giulia” illustrati
questo pomeriggio a Udine, nel salone di palazzo
Antonini-Belgrado. Lo studio, svolto dall’Ateneo friulano, è
stato promosso dalla Commissione regionale per le pari
opportunità tra uomo e donna. Hanno preso parte alla
presentazione della ricerca il presidente del Consiglio
regionale, Piero Mauro Zanin, il prefetto di Udine, Massimo
Marchesiello, la presidente della Commissione, Dusy Marcolin,
numerosi docenti ed esperti.
“Un plauso e un grazie alla Commissione regionale per le pari
opportunità per l’importante lavoro che svolge quotidianamente e
che ha svolto anche in questo caso specifico – ha detto il
vicegovernatore -. L’indagine che è stata presentata va a dare
una prima indicazione sull’effetto che la pandemia che ha avuto
sulle vite dei cittadini del Fvg sotto diversi profili. Il tema
non solo è di grande attualità oggi: lo sarà anche in futuro
perché gli effetti del Covid sulle nostre esistenze e sulla
società li potremo valutare e cogliere appieno nel medio e lungo
periodo. Sappiamo che pandemia non è finita anche se,
fortunatamente, in questo momento l’infezione non crea pressione
sugli ospedali”.
Alla base dello studio un questionario cui hanno risposto 841
persone, di cui 611 femmine (72,65%), e 230 maschi (27,35%). Il
campione ha dichiarato che le proprie condizioni di salute sono
“molto buone”, per il 31,27%, e “buone”, per il 44,71%. Questo è
stato confermato anche dalle successive domande sull’essere o
meno affetti da una o più patologie croniche tali da ostacolare
il vivere quotidiano. Non ci sono stati particolari problemi
nell’approvvigionamento dei farmaci.
Per quanto riguarda le visite/interventi non sono stati lamentati
particolari problemi, anzi: il 63,5% ha risposto di non essersi
trovato nella spiacevole situazione di dover riprogrammare visite
mediche. Per quanto riguarda il rapporto col medico di base, il
49,35% dei partecipanti al questionario ha dichiarato di non aver
avuto bisogno di rassicurazioni o di essere seguito/a dal proprio
medico (il 31,39% ha messo in luce come questa figura sia stata
un punto di riferimento, seppure a distanza, anche nel periodo
più difficile della pandemia).
I risultati ottenuti hanno mostrato come i livelli di stress
siano stati molto diversi tra uomini e donne, con una maggiore
propensione di queste ultime a manifestare stati di ansia e
malessere generale: 50,34% delle donne contro il 37,44% degli
uomini. I periodi di lockdown hanno però inciso su entrambi i
generi andando a modificare in particolare l’attività fisica
(65,76%), gli hobbies (43,52%) e il regime alimentare (35,2%). Le
donne (50,85%) hanno manifestato una capacità di resilienza
maggiore rispetto agli uomini (42,92%).
ARC/PT/pph

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