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SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO ALLA LUCE DEL POST COVID

Due morti e un ferito grave venerdì 24 luglio 2020 solo a Bologna, in settori diversi, ma sempre in un luogo di lavoro: la strage continua anche dopo il Covid.

Dati impressionanti, inaccettabili per un paese che voglia definirsi civile.

Il tema della salute e sicurezza è storicamente una priorità per la CGIL.

Abbiamo però bisogno di fare un salto di qualità, sia al nostro interno che nella discussione con le Istituzioni e le Autorità preposte; così non può continuare.

Il Covid, sul tema della salute, ha dimostrato come il diritto universale vada rideclinato anche alla luce di quanto successo; il nostro è indubbiamente un territorio all’avanguardia ma, per rimanere tale, deve essere innovato e maggiormente orientato secondo i nuovi bisogni. Va rilanciata la sanità territoriale e, all’interno della stessa, il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro deve diventare una priorità. Tutto ciò anche ai fini del controllo dell’epidemia che non è ancora scomparsa

e che, in autunno, potrebbe tornare con numeri significativi di contagio. I settori della logistica, con tutte le contraddizioni e le problematiche che purtroppo lo continuano a contraddistinguere, sta diventando un problema oltre che di tutela del lavoro, dei diritti e della legalità, un tema anche di salute pubblica per le persone coinvolte, le loro famiglie, ma anche per l’intera comunità.

La CGIL intende da settembre affrontare tutte queste tematiche, unitariamente con gli altri sindacati confederali, alla luce di un diritto alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che va sempre più considerato in una logica generale e confederale, a partire dalle figure degli RLS ma consapevoli del fatto che, la frammentazione dei luoghi di lavoro e la precarizzazione dei rapporti, pone al sindacato sfide e percorsi contrattuali nuovi. I dati Inail, che la CGIL sta analizzando, propongono temi rilevanti quali l’elevatissimo numero di infortuni a Bologna nei primi 5 mesi dell’anno 2020 (più di 5800 nonostante il lockdown), l’alta percentuale di stranieri soggetti ad infortunio, il forte coinvolgimento delle donne (tra l’altro sempre meno presenti nel mercato del lavoro); dati che vanno interpretati e soprattutto che devono trovare risposte sia nella contrattazione sociale e territoriale che in quella delle categorie.

p. segreteria CGIL

Stagni / Pattarozzi

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