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Sala condannato a sei mesi di reclusione, convertiti in multa

Il primo cittadino del capoluogo lombardo pagherà una somma di 45mila euro anziché scontare sei mesi di prigione.

Il sipario sull’Expo a Milano è calato da quasi quattro anni, ma l’evento fa ancora parlare di sé. Soprattutto per l’attuale sindaco meneghino, Giuseppe Sala, nonché ex amministratore delegato proprio di Expo 2015. Sala è stato condannato a sei mesi di reclusione, convertiti in pena pecuniaria pari a 45 mila euro. I capi d’accusa nel processo milanese erano di falso materiale e ideologico per la presunta retrodatazione di alcuni verbali con cui, nel maggio del 2012, sono stati sostituiti due componenti della commissione di gara per l’assegnazione del maxi appalto per la Piastra dei servizi dell’Esposizione Universale. Questa la reazione del primo cittadino: “Non ci sono effetti immediati sulla mia capacità di essere sindaco di Milano. Assicuro ai milanesi – ha aggiunto – che resterò a fare il sindaco per i due anni che restano del mio mandato, poi si vedrà”.

La procura generale aveva chiesto una condanna a 13 mesi, a Sala è stata riconosciuta l’attenuante per aver commesso il reato “per particolari motivi di valore sociale”. Le motivazioni arriveranno tra 90 giorni e solo in quel momento si potrà capire se il collegio ha considerato Sala colpevole del falso materiale o di quello ideologico, ambedue contestati nell’imputazione. In ogni caso la sua responsabilità per falso sulle firme dei due verbali al centro dell’imputazione è stata riconosciuta dai giudici. Il sindaco è passato al contrattacco: “Una sentenza del genere, dopo sette anni, per un vizio di forma, allontanerà tanta gente per bene dall’occuparsi dalla cosa pubblica. Attingerò alle mie risorse per essere un’altra volta resistente per riuscire ad andare avanti”.

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