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Rinviato il processo per la badante rumena residente a Genova

Il processo per la “diabolica” badante rumena è stato nuovamente rinviato

Si sarebbe dovuta celebrare ieri a Verona la terza udienza del processo che vede imputata la badante rumena residente a Genova, Cleopatra Valentina Vasile, accusata di estorsione ai danni di un pensionato che aveva precedentemente adescato in un sito di incontri. L’udienza sarebbe stata dedicata all’escussione dei testi rappresentati dai due carabinieri che avevano colto in flagranza di reato la donna (non risulta più presente al processo la parte civile in rappresentanza dell’anziano, probabilmente sarà morto, nel frattempo, visto che i fatti risalgono al 2016 e, all’epoca, era novantenne). L’anno scorso il processo era stato rinviato per sciopero del legale della difesa. Adesso l’ennesimo rinvio per “assenza” della giudice Laura Donati (sic!). Il processo è stato rinviato al 4 giugno. Di questo passo, esiste il rischio concreto di arrivare dritti alla prescrizione.

I fatti, come detto, risalgono a fine febbraio del 2016. La Vasile si era fatta viva telefonando all’anziano e, qualche giorno dopo, se l’era trovata a casa. Era arrivata a Verona da Genova: 42 anni, con lei il pensionato avrebbe avuto un rapporto sessuale piuttosto «animato». Durante il rapporto, a sua insaputa, la donna gli avrebbe anche scattato una serie di foto in pose compromettenti pretendendo, poi, 300 euro, pena la pubblicazione in rete delle foto. A quel punto il pensionato si sarebbe affrettato a farla uscire di casa ma lei avrebbe iniziato a graffiargli il viso con le unghie. Qualche giorno più tardi l’ 88enne avrebbe ricevuto una telefonata in cui «Cleopatra» gli diceva di aver pubblicato quelle foto in internet, sul sito “La Gabbia”, opportunamente modificate per renderle ancora più compromettenti. Terrorizzato, lui allora avrebbe deciso di darle 300 euro per togliersi da quella situazione imbarazzante, ma qualche giorno più tardi lei avrebbe alzato il prezzo, raddoppiandolo. Il pensionato aveva accettato di incontrarla nei pressi della stazione ferroviaria di Porta Nuova, dove lui le avrebbe consegnato i 650 euro pattuiti, ma subito dopo lo scambio erano intervenuti i carabinieri che avevano arrestato la donna. Nel processo per direttissima tenutosi il giorno seguente il giudice Guidorizzi, in seguito ai «gravissimi indizi di colpevolezza» riscontrati, aveva disposto per la donna gli arresti domiciliari presso la sua abitazione a Genova.

La stessa Vasile era stata denunciata in passato per lesioni ai danni di un ingegnere genovese presso la cui abitazione aveva lavorato come badante. Secondo l’accusa, nel corso di una discussione in cui le veniva contestato di essersi appropriata di una grossa somma di denaro con l’inganno, la donna avrebbe morso il malcapitato ripetutamente ad una mano procurandogli ferite guaribili in 7 giorni.

A quanto pare alla Vasile è stato concesso il gratuito patrocinio nonostante risieda in una abitazione signorile sita sulle alture di Genova.

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