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Rifiuti: cresce il fronte anti-discarica

L’emergenza rifiuti a Roma diventa sempre più problematica. È necessario decidere dove sorgerà la nuova discarica della Capitale.

In tutto ciò, i cittadini di Falcognana, Canestrini, Selvotta ed Ex Cava Tovalca, nell’estrema periferia sud del IX municipio, hanno fatto sapere che: “Noi, che la raccolta differenziata la facciamo in maniera accurata, non siamo e non saremo mai la pattumiera di Roma.”

Durante una manifestazione, i cittadini hanno ribadito che, la costruzione di una discarica “Segna la morte delle periferie di Roma. E qualora i rifiuti dovessero arrivare qui, sarebbe la morte di questa zona. Noi vogliamo la fermata del treno, non una discarica.”

Gli abitanti di zona chiedono “che né qui, né in altri punti del nostro territorio, venga localizzata una discarica di rifiuti solidi. Se le istituzioni dovessero, alla fine, optare per queste aree, risponderemo con proteste e presidi.”

Intanto, l’amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis, ha spiegato che: “Nel 2019 Ama ha speso 170 milioni di euro per mandare i rifiuti di Roma in impianti non di proprietà, fuori città, regione o Italia. Nel 2020, se non si troverà una soluzione sulla discarica di Colleferro, Ama andrà a spendere almeno 190 milioni che pagherà tutta la popolazione “.

In altre parole, senza una soluzione adeguata, la Tari aumenterà. Il capogruppo del Pd in Campidoglio, Giulio Pelonzi, attacca: “Spero che l’intervista alla dirigente Laura D’Aprile e le parole dell’ad Zaghis sveglino finalmente la sindaca. Ama è senza piano industriale e con il bilancio in rosso, i romani pagano la Tari più alta d’Italia. Con gli errori di questa amministrazione il problema rifiuti si è trasformato in una catastrofe”.

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