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Renzi mette Salvini in difficoltà, ma i numeri stanno con il leader della Lega

Renzi gode di qualità argomentative invidiabili, ma Salvini ha i sondaggi dalla sua. Si badi, però, che non è tutto oro quello che luccica.

Il dibattito tra Matteo Renzi e Matteo Salvini, i due Mattei, andato in onda ieri sera negli studi di Porta a Porta, ha avuto un seguito inaspettato. L’Ufficio Stampa della Rai ha comunicato che ben 3 milioni e 800 mila spettatori hanno seguito il confronto tra i due “leoni”, come li ha definiti lo stesso Vespa che moderava il dibattito. Oltre il 25% di share, nonostante la tarda ora che non ha scoraggiato gli appassionati di politica, gli interessati e i seguaci dei due leader. I due schermitori si sono affrontati a colpi di stoccate, slides, numeri e leggi, ciascuno ripassando i fallimenti dell’altro e sottolineando i propri successi. Un vero e proprio scontro tra titani, tra due dei leader che hanno fatto della comunicazione il loro cavallo di battaglia.

L’opinione generale è che Matteo Renzi abbia avuto la meglio. Le sue argomentazioni erano più convincenti e documentate, mentre Matteo Salvini doveva spesso ricorrere a banali trucchi per indispettire l’avversario, come sbuffare pesantemente mentre l’interlocutore parlava. Quando poi il fondatore di Italia Viva inchiodava il leader della Lega alle sue responsabilità (spesso accusandolo di mentire), Matteo Salvini ricorreva all’unico argomento contro cui Renzi nulla poteva: i numeri. Si, perché l’ex Ministro dell’Interno continua a essere forte dei sondaggi che gli attribuiscono più del 30% dei consensi, mentre al neonato partito di Renzi spetta solo un misero 4% di elettorato. L’argomento di Matteo Salvini, tutte le volte che l’avversario lo metteva all’angolo, era che lui aveva il voto degli italiani, e quindi doveva per forza essere nel giusto.

Forte sui numeri, ma la logica pecca. E l’esperienza renziana insegna che il consenso non è tutto.

Questa argomentazione ha un nome ben preciso, e una teoria annessa. Si chiama argumentum ad judicium o ad populum e consiste nell’affermare che una tesi è corretta perché sostenuta da un certo numero di persone. Più persone concordano, più l’idea deve essere buona. Gli studi, però, descrivono questo percorso deduttivo come una fallacia di pertinenza, cioè un errore di ragionamento che viola le logiche di una tesi argomentativa. Una conclusione fondata su questo tipo di errori è da considerarsi non valida. La difficoltà di Renzi, tuttavia, deriva da quanto è sottinteso nel ragionamento dell’omonimo. Il procedimento logico implicito nell’argomento di Salvini è più o meno il seguente: io ho il consenso della maggior parte degli italiani, e gli italiani non sbagliano; se tu, Renzi, sostieni che io sbaglio, allora sostieni che anche gli italiani sbagliano. E confermare questa linea di ragionamento, ammettendo che sono gli elettori a sbagliare, sarebbe un suicidio politico non solo per il fondatore di Italia Viva, ma anche per qualsiasi altro politico.

Nonostante la preparazione di Renzi, i numeri alla mano, la maggiore serietà trasmessa, Matteo Salvini potrà sempre, per ora, giocarsi la carta del consenso del popolo. Una carta che Matteo Renzi conosce più che bene, perché nei suoi tempi d’oro al PD era stato proprio lui a ottenere il risultato record che sfondava la soglia del 40%. E lui, Renzi, questo numero lo portò a casa davvero, mentre quello del leader del Carroccio per ora è solo nei sondaggi. Aveva ancora più ragione dunque il politico toscano ad usare il medesimo argumentum ad judicium, quando toccava a lui godere del favore degli elettori. Ma allo stesso tempo è proprio la parabola dell’ex premier che dovrebbe fungere da monito per Salvini: un’ascesa vertiginosa quella di Renzi alla guida del PD, tanto quanto è stata disastrosa la sua caduta, non molto tempo dopo. Il consenso degli elettori si sposta velocemente, e trarre la propria forza solo da questo fattore rischia di essere una strategia fallimentare nel lungo termine. I numeri daranno forza a Salvini ancora per un po’, ma quando l’ondata di consenso si sposterà sul prossimo prodigio, quali saranno gli argomenti vincenti del leader della Lega?

Di A.C.

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