ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

Renzi chiede incontro a Conte, ok del premier.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha accettato la richiesta di incontro di Matteo Renzi la prossima settimana.

All’indomani della sfida sul premierato e sulla trasformazione del reddito di cittadinanza, il leader di Italia viva annuncia l’intenzione di ‘mettere fine al teatrino’, perché non si vuole rompere, ma serve un chiarimento. Ok del premier: “Renzi mi ha chiesto un incontro – ha detto il capo del governo – e ho già risposto che sono ben disponibile, la mia porta è sempre stata aperta e sarà sempre aperta: sicuramente ci vedremo la settimana prossima”. 

“Il nostro obiettivo è dare una mano al Paese sia che continuiamo a stare in maggioranza sia che la maggioranza sia un’altra, come evocato da chi pensa alla sostituzione con dei responsabili, che magari si verificherà nelle prossime settimane, del tutto legittima. L’elezione del sindaco di Italia e la trasformazione del reddito di cittadinanza da sussidio a aiuto fiscale per le imprese i lavoratori sono fra le priorità di Italia Viva per il Paese. Ci sono – ha detto Renzi – due esempi di buon funzionamento: la ricostruzione del Ponte di Genova e l’Expo di Milano. Dunque la nostra proposta è mettete i commissari nei cantieri più importanti di questo Paese. Mettete cento commissari in questo Paese e l’Italia svolta. Per rimettere in moto l’Italia la struttura commissariale è l’unica soluzione percorribile.  Per noi è la priorità del Paese. Senza uno sblocco dei cantieri, la crisi economica che potrebbe raggiungere il nostro Paese, che ragionevolmente ci accingiamo a vivere, sarà ancora più grave. Credo che la cosa più pulita sia vedersi la prossima settimana con Conte. Le telenovelas funzionano quando poi c’è un elemento di chiarezza. Serve una forma di trasparente chiarezza. Ho chiesto a Conte di vederlo la prossima settimana, se lo riterrà utile. La settimana prossima conto di poter mettere la parola fine a questo teatrino. Ieri il presidente del Consiglio, dopo il mio intervento in Senato, mi ha inviato un gentile messaggio. Ci siamo scritti in questi giorni e credo che la cosa più pulita, più seria sia quella di vederci di persona la settimana prossima. Noi non abbiamo il desiderio di rompere, ma cerchiamo di trovare dei compromessi, finché sarà possibile. Un chiarimento si imporrà. Mi ero dato un arco di tempo fino a Pasqua. Forse sono stato troppo morbido, si pone il tema di una qualche forma di chiarimento. Noi – ha sostenuto Renzi – siamo stati gli argini del buonsenso. Continueremo a farlo sia che stiamo nella maggioranza sia che stiamo nell’opposizione. Il decreto intercettazioni non è di fiducia a un singolo ministro. Grasso non è ancora fra le fonti normative. Le sue valutazioni su cosa sia la mozione di sfiducia si trova nel regolamento del Senato e non nella mente ampia di Grasso. Se Grasso ha interesse a vedere una mozione di sfiducia a un ministro non ha che da attendere. Io – ha detto infine il leader di Iv – sono perché Autostrade paghi per quello che è successo, paghi tanto. Spero che non vi sia chi, in nome del populismo, faccia una battaglia al termine della quale è lo Stato a pagare alle Autostrade”. 

“Ho fatto il sindaco: la paura del danno erariale da una parte e dell’abuso d’ufficio dall’altra rischia di creare un blocco prima psicologico e poi normativo. Se io devo rischiare la mia casa o magari, con l’abuso d’ufficio, vengo condannato in primo grado per un reato che può sembrare bagatellare, il blocco è sulle opere piccole e medie”.

“Chi sono i responsabili? E’ buffo che lo chiediate a me. Sui giornali ci sono, non smentite, alcune dichiarazioni di persone avvicinate. E poi c’è una posizione del tutto legittima di una parte importante della coalizione, alcuni dei maggiori pensatori del Pd che hanno detto: sostituiamo Iv con i responsabili'”.

Intanto il Senato ha confermato la fiducia al governo sul decreto legge intercettazioni con 156 voti favorevoli, 118 contrari e nessuna astensione. Dopo l’ok, ora il provvedimento approda alla Camera. Scade il 29 febbraio. Matteo Renzi non ha partecipato al voto sulla fiducia. Come risulta dai tabulati di Palazzo Madama, è in congedo. Alle 10.30 ha tenuto una conferenza stampa in una sala del Senato. Assente il leader di Iv Matteo Renzi, che nel frattempo ha tenuto un conferenza stampa al Senato sul piano choc per le infrastrutture, con esponenti del gruppo Iv-Psi e reso noto di aver chiesto un incontro al presidente Conte. Alla Camera, Italia viva ha votato per dieci volte in dissenso rispetto al parere del governo sugli ordini del giorno al decreto Milleproroghe.

Facebook